Archivo Español de Arqueología 96
enero-diciembre 2023, e11
ISSN: 0066-6742, eISSN: 1988-3110, ISSN-L: 0066-6742
https://doi.org/10.3989/aespa.096.023.11

L’area monumentale di Tusculum: nuove ricerche e proposte interpretative (età arcaica - età imperiale)*Le ricerche sono condotte dall’EEHAR-CSIC in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti e con il supporto dell’XI Comunità Montana del Lazio “Castelli Romani e Prenestini” che nel 1984 diviene ente proprietario di buona parte dei terreni su cui sorge la città antica. Lo studio presentato in questa sede è frutto di un accordo di collaborazione fra l’EEHAR- CSIC e il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Sapienza di Roma nell’ambito del Progetto “Lazio Antico”. Alla base di tale intesa è l’esigenza di condurre una revisione generale della documentazione disponibile per il contesto in esame (fra cui: archivi fotografici, disegni e relazioni di scavo inedite) e relative alle indagini condotte a partire dal 1994 dall’EEHAR-CSIC. Le campagne di scavo sono state finanziate dal Programma de Proyectos de Arqueología en el Exterior del CSIC en los años 2019-2020-2021-2022.

The monumental area of Tusculum: new research and interpretative proposals (Archaic period - Imperial period)

Rosy Bianco

La Sapienza, Università di Roma

https://orcid.org/0000-0003-2148-3198

Antonio Pizzo

Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma EEHAR-CSIC

https://orcid.org/0000-0003-1984-5356

RIASSUNTO

Questo contributo presenta una sintesi delle nuove ricerche effettuate a Tusculum tra il 2018 e il 2023. Gli scavi si svilupparono nell’area monumentale della città e nella zona meridionale del foro. Presentiamo una sistematizzazione della documentazione archeologica prodotta in quasi 30 anni di ricerche della EEHAR e nuove proposte interpretative su edifici parzialmente scavati nel corso delle prime campagne e adesso integralmente portati alla luce (basiliche). Per la prima volta nella storia degli studi sul foro tuscolano sono state realizzate una serie di piante con la periodizzazione dell’area. Esse favoriscono un racconto coerente dell’evoluzione diacronica della zona in esame. Attraverso l’integrazione dei nuovi dati di scavo, presentiamo una pianta archeologica del foro con le differenti fasi e una sintesi grafica che rende chiari i vari passaggi storici nell’area monumentale. I dati dei nuovi scavi aprono ulteriori riflessioni sulla tipologia degli edifici forensi di Tusculum. In primo luogo sulle cronologie delle due basiliche presenti nel foro in due diversi periodi della storia urbana e, successivamente, sull’interpretazione di un edificio parzialmente conosciuto e completato nelle campagne citate (Curia / Tempio). In una seconda parte dell’articolo, gli interventi edilizi si relazionano alla storia della città conosciuta dalle fonti storiche ed epigrafiche.

Parole chiave: 
topografia urbana; periodizzazione; foro; sintesi storica e archeologica.
ABSTRACT

This contribution presents a summary of the new research carried out in Tusculum between 2018 and 2023. The excavations were conducted in the monumental area of the city and in the southern part of the forum. This work introduces a systematisation of the archaeological documentation produced in almost 30 years of EEHAR research as well as new interpretative proposals on buildings partially excavated during the first campaigns and now fully uncovered (basilicas). For the first time in the history of studies on the Tuscolan forum, a series of plans with the periodisation of the area have been produced. These documents provide a coherent account of the diachronic evolution of the area under examination. By integrating the new excavation data, we present an archaeological plan of the forum with the different phases besides a graphic synthesis that provides clarity on the various historical phases in the monumental area. The data from the new excavations open up further reflections on the typology of the buildings of Tusculum. Firstly, on the chronologies of the two basilicas in the forum in two different periods of urban history and, secondly, on the interpretation of a building that was partially known and completed in the aforementioned campaigns (Curia / Temple). In a second part of the article, the building interventions are related to the history of the city known from historical and epigraphic sources.

Keywords: 
urban topography; periodization; forum; historical and archaeological synthesis.

Enviado: 03-05-2023. Aceptado: 17-07-2023. Publicado online: 25-10-2023

Cómo citar este artículo/Citation: Bianco, R. y Pizzo, A. (2023). "L’area monumentale di Tusculum: nuove ricerche e proposte interpretative (età arcaica - età imperiale)". Archivo Español de Arqueología, 96, e11. https://doi.org/10.3989/aespa.096.023.11

CONTENIDO

Tale è lo stato di Tuscolo; sarebbe a desiderarsi, che questi scavi venissero continuati, poiché lo stato di conservazione, nel quale si trovano i monumenti promette il migliore successo, e vicino a Roma si vedrebbero gli avanzi di una città antica tanto più interessanti di quelli di Pompeii quanto più celebre è nelle antiche storie Tuscolo, al quale appartengono.

A. Nibby, Viaggio antiquario ne’contorni di Roma, II, Roma, 1819, p. 49.

1. INTRODUZIONE

 

L’area del foro di Tusculum costituisce uno dei complessi architettonici più rilevanti dell’antica città laziale. Costruito su uno stretto e lungo pianoro che digrada dall’acropoli (675 m. s. l. m.) verso ovest (640/628,25 m s. l. m.), il settore monumentale di età imperiale -collegato tramite due diverticoli alla Via Labicana a nord e la Via Latina a sud- è delimitato ad est dal teatro e dalla cisterna che sorge alle sue spalle. A sud sono situati due gruppi di edifici. Il primo, prospiciente la piazza del foro, è costituito dalla c. d. Curia / Tempio, dalla Basilica, dai c. d. Edifici A e B e, oltre una strada che si raccordava col decumano, dalla c. d. Aedes Mercurii. Il secondo gruppo, posto più a valle, è rivolto verso una strada che correva in senso est-ovest ad una quota più bassa (621 m s. l. m. circa) rispetto a quella del foro (628 m s. l. m.). Si tratta di edifici con funzione idraulica, fra cui un ninfeo. Il fronte occidentale dell’area monumentale è delimitato da una serie di ambienti aperti su un’area lastricata (i c. d. Sacelli). A nord, infine, il cattivo stato di conservazione dell’area ha permesso il solo riconoscimento di un edificio articolato in due ambienti posto al centro del lato settentrionale del foro. Ad una quota più bassa rispetto a questo settore (624 m s. l. m. circa) sono presenti due tratti di mura e le cosiddette Fontana Arcaica e Fontana degli Edili (Fig. 1). L’intero complesso nella sua massima espansione di età imperiale copre una superficie di circa un ettaro. Dopo 30 anni di ricerche condotte dalla EEHAR sul sito archeologico di Tusculum presentiamo, per la prima volta, una panoramica generale dell’evoluzione dell’area monumentale con l’obiettivo di raccogliere, sintetizzare e organizzare coerentemente i dati archeologici recuperati durante quasi tre decenni di ricerca.

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Figura 1.  L’area monumentale nella sua organizzazione di età alto-imperiale (elaborazione grafca: R. Bianco)

L’analisi della bibliografia edita, associata alle informazioni desumibili dalle fonti letterarie antiche e dell’iconografia moderna (si tratta di un nutrito gruppo di vedute, disegni e rilievi effettuati a partire dal XIX secolo) ha permesso di realizzare una carta archeologica aggiornata delle evidenze e di proporre una ricostruzione sincronica e diacronica di questo settore nevralgico della città laziale.

In base ai dati disponibili è infatti possibile ipotizzare l’evoluzione subita da tale area in età pre-romana e romana scandita in sei periodi che coprono un arco cronologico compreso fra VIII secolo a. C. e il III secolo d. C. Nuovi dati permettono di individuare fasi connesse all’occupazione dell’area in età medievale a partire dal X secolo d. C. Tali evidenze esulano, tuttavia, dall’ambito cronologico preso in esame in questa sede e sono state pertanto escluse dall’analisi.

1.1. Breve storia degli studi

 

La distruzione della città medievale alla fine del XII secolo portò a un lungo periodo di oblio per l’antico centro laziale implicando necessariamente la perdita di ogni informazione relativa al suo posizionamento. Tale realtà diede origine a due questioni legate, da un lato, all’identificazione del sito in cui sorse la città e, dall’altro, dei monumenti i cui ruderi sorgono entro i limiti attuali dei comuni di Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone. La secolare storia degli studi dell’antico centro è stata improntata seguendo filoni paralleli concernenti l’analisi delle fonti letterarie antiche, studi storiografici, topografici e numerose rappresentazioni grafiche utili alla comprensione delle differenti fasi di riscoperta e frequentazione del sito.

L’interesse per la città e i suoi monumenti, come ad esempio le ville citate dalle fonti letterarie antiche fra cui quelle di M. Fulvius Nobilior, M. Porcius Cato, M. Aemilius Scaurus, M. Terentius Varro, M. Tullius Cicero e dell’imperatore Tiberio (cfr.: Andermahr, 1998Andermahn, A.M. (1998). Totus in praediis. Senatorischer Grund- besitz in Italien in der frühen und ho- ben Kaiserzeit. Bonn: Rudolf Abelt.; Shatzman, 1975Shatzman, I. (1975). Senatorial wealth and roman politics. Bruxelles: Latomus.), ispirò numerosi personaggi di età rinascimentale.

Le prime descrizioni del territorio tuscolano si devono già a Francesco Petrarca (1304-1374) e Poggio Bracciolini (1380-1459) interessati alla ricerca dei luoghi ciceroniani, un Leitmotiv che caratterizzerà per lungo tempo la storiografia della città (Castillo, 2005Castillo, E. (2005). Tusculum I. Humanistas, anticuarios y arqueólogos tras los pasos de Cicerón. Roma: L’Erma di Bretschneider.; Gorostidi, 2020, p. 21 con bibliografia aggiornataGorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.).

L’effettiva riscoperta del sito si deve alle attività di scavo avvenute agli inizi del XIX secolo per volere di Luciano Bonaparte (1775-1840), divenuto proprietario nel 1804 di Villa Rufinella. Proprio nell’ambito di questa proficua stagione di ricerche -che vide tra i protagonisti di maggior rilievo L. Biondi (1776-1839) e L. Canina (1795-1856)1La ricostruzione del foro tuscolano proposta dal Canina rimase fissata nell’immaginario collettivo fino alla ripresa delle ricerche in questo punto della città da parte dell’EEHAR-CSIC. Fra le piante che restituiscono i risultati delle indagini di questo periodo si possono citare inoltre quelle realizzate dal Rossini (Rossini, 1824-1826, tav. 73) e di Angelini - Fea (Angelini e Fea, 1828, tav. VIII). In anni recenti, il corpus delle planimetrie ottocentesche della città è stato ampliato grazie all’acquisto dal mercato antiquario di una nuova carta archeologica relativa agli scavi condotti da L. Bonaparte (Valenti, 2018). Cfr. anche: Pasqualini, 1992; Dupré, 2003b; Castillo, 2005. - la questione relativa al posizionamento della città di Tusculum venne dipanata grazie al rinvenimento di una fistula in piombo con iscrizione “Rei pub(licae) Tusculanorum” (CIL XV, 7813 = CIL XIV, 2658: Gorostidi, 2020, p. 283, n. 206 con bibliografíaGorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.. Per la scoperta della città: Castillo, 2005Castillo, E. (2005). Tusculum I. Humanistas, anticuarios y arqueólogos tras los pasos de Cicerón. Roma: L’Erma di Bretschneider., 2011Castillo, E. (2011). Tusculum: storia di una scoperta archeologica. Roma: Escuela Española de Historia y Arqueología.; Gorostidi, 2020, pp. 21-38 con bibliografiaGorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.; Valenti, 2011Valenti, M. (2011). Colli Albani. Protagonisti e luoghi della ricerca archeologica nell’Ottocento. Catalogo della Mostra (Monte Porzio Catone, 23 settembre - 23 ottobre 2011). Frascati: Cavour Libri.).

Lo studio della città e del territorio prosegue nel XX secolo nelle opere di F. Grossi Gondi, al quale si devono le ricerche sulle strutture antiche di Villa Mondragone, e di Th. Ashby, autore di una carta archeologica comprensiva di tutte le emergenze visibili della città e del suo territorio (Quilici e Quilici Gigli, 1990, p. 205, cfr. bibliografia alle note 5-6Quilici, L. e Quilici Gigli, S. (1990). “Ricerca topografica a Tusculum”. In: Archeologia Laziale X. QuadAEI, 19. Roma: Consiglio nazionale delle ricerche, pp. 205-225.; Valenti, 2003, pp. 35-47, 2011, pp. 105-108, 109-113Valenti, M. (2003). Ager Tusculanus: (IGM 150 III Ne-II NO). Forma Italiae, 41. Firenze: Olschki.).

Accanto alle analisi antiquarie e agli studi topografici precedenti, agli inizi del Novecento una nuova figura si lega alla storia di Tusculum: T. Garnier (1869-1948). Il pensionnaire dell’Académie de France à Rome dedicò buona parte della sua produzione al rilievo topografico della città e dei monumenti visibili (Dupré, Pinon e Ribaldi, 2002Dupré, X., Pinon, P. e Ribaldi, R. (2002). “Tusculum, la città antica”. In: Envois degli architetti francesi (1811-1950). Italia e area mediterranea. Paris: École Nationale Superieure des Deaux-Arts, pp. 154-176.).

Le ricerche proseguono nella prima metà del secolo con studi nuovamente incentrati sull’analisi delle fonti letterarie ad opera di G.E. Mc Cracken e con le indagini archeologiche di M. Borda (Mc Cracken, 1929Mc Cracken, G. E. (1929). A bibliography: the sources for the study of Tusculum. Easton: Research publications of Lafayette College, 32, 1929.; Borda 1958Borda, M. (1958). Tuscolo. Roma: Istituto Poligrafico dello Stato.; cfr. anche Quilici e Quilici Gigli, 1990, p. 205, con bibliografia alle note 10-11Quilici, L. e Quilici Gigli, S. (1990). “Ricerca topografica a Tusculum”. In: Archeologia Laziale X. QuadAEI, 19. Roma: Consiglio nazionale delle ricerche, pp. 205-225.; Nobiloni e Ribaldi, 2007Nobiloni, B. y Ribaldi, R. (2007). “Il teatro di Tuscolo”. In: Filippi, F. (Coord.). Ricostruire l’Antico prima del virtuale: Italo Gismondi. Un architetto per l’archeologia (1887-1974). Catalogo della mostra. Roma: Quasar, pp. 173-181.; Nobiloni, 2009Nobiloni, B. (2009). “Note sull’attività di Maurizio Borda a Tuscolo”. Lazio e Sabina, 5, pp. 283-290.; Valenti, 2003, pp. 35-47Valenti, M. (2003). Ager Tusculanus: (IGM 150 III Ne-II NO). Forma Italiae, 41. Firenze: Olschki.). In epoca recente un nuovo approccio topografico è oggetto delle attività di L. Quilici e S. Quilici Gigli, autori di una carta archeologica aggiornata della città e del suo immediato suburbio (Quilici e Quilici Gigli 1990Quilici, L. e Quilici Gigli, S. (1990). “Ricerca topografica a Tusculum”. In: Archeologia Laziale X. QuadAEI, 19. Roma: Consiglio nazionale delle ricerche, pp. 205-225.; cfr. anche: Valenti, 2003, 47, n. 153Valenti, M. (2003). Ager Tusculanus: (IGM 150 III Ne-II NO). Forma Italiae, 41. Firenze: Olschki.).

L’analisi topografica dell’ager pertinente all’antico centro laziale si deve, infine, a M. Valenti, autore di una carta archeologica del territorio che unisce alla documentazione edita i dati d’archivio e soprattutto le ricognizioni sul campo (Valenti, 2003Valenti, M. (2003). Ager Tusculanus: (IGM 150 III Ne-II NO). Forma Italiae, 41. Firenze: Olschki.).

A partire dal 1994 l’area monumentale è indagata con una serie di saggi stratigrafici che hanno consentito di comprendere le diverse fasi di occupazione del settore monumentale fra l’VIII secolo a. C. e la fine del XII secolo d. C. (Fig. 2).

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Figura 2.  Planimetria del Foro di Tusculum (Tortosa et al., 2015Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

1.2. Problematiche storico-archeologiche

 

La pluristratificazione dell’area monumentale, messa in evidenza dalle ricerche condotte nell’arco di circa 200 anni, ha evidenziato una serie di problematiche di carattere storico-archeologico che possono essere schematicamente suddivise in varie questioni legate: alla reale estensione planimetrica degli edifici e alla definizione della loro funzione; all’identificazione delle maggiori trasformazioni subite dal contesto e al loro inserimento nel più ampio quadro storico di riferimento.

Fra gli edifici di non facile comprensione si possono citare: a) i cd. Sacelli, ambienti che delimitano il fronte occidentale dell’area monumentale, costruiti obliterando strutture più antiche; b) la cd. Curia / Tempio, una struttura caratterizzata da una singolare articolazione architettonica protesa a sud verso la vallata e aperta a nord verso la piazza; c) il cd. Podio arcaico, una struttura in opera quadrata di tufo rosso rinvenuta nell’angolo sud-occidentale della piazza, e interpretato come basamento al di sopra del quale si ergeva un edificio di culto (Fig. 1). La ripresa delle indagini (2019-2022) in corrispondenza del tratto centrale della basilica alto-imperiale ha apportato dati utili alla comprensione del settore meridionale del foro. La scoperta, infatti, di un ulteriore tratto del cd. Podio arcaico ha riaperto la questione relativa alla sua effettiva estensione e funzione. Il rinvenimento di altre strutture associabili alla cosiddetta Curia / Tempio ha, invece, consentito di comprenderne l’effettiva planimetria e di identificare l’edificio nell’insieme del complesso monumentale.

1.3. Obiettivi e nuove ricerche

 

L’esigenza di chiarire alcune delle questioni cui si è fatto cenno nel paragrafo precedente e di tentare una lettura diacronica dell’evoluzione di tale contesto nel corso del tempo, ha portato, da un lato, al riesame di tutta la documentazione disponibile e, dall’altro, all’apertura di nuove aree di indagine nel settore meridionale della piazza forense (Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13. ).

L’analisi integrata di tutte le fonti di informazione (documentazione edita e d’archivio associata ai nuovi dati provenienti dalle indagini condotte fra il 2019 e il 2022) ha consentito di definire 127 Unità Topografiche (UT; cfr.: Carafa 2021, pp. 242-245 e 237Carafa, P. (2021), Storie dai contesti. Metodologia e procedure della ricerca archeologica. Milano: Mondadori Università. ) -identificabili come edifici (o parti conservate di essi) e / o tracce di frequentazione del sito- rappresentate graficamente all’interno di una carta archeologica aggiornata. Il riesame della documentazione ha consentito, inoltre, di proporre un’articolazione di questo settore della città in 6 periodi ulteriormente scanditi in 14 fasi (Tabella 1).

Periodo I:
VIII secolo a. C. - Seconda metà del VI secolo a. C.
Fase 1 VIII secolo a. C. Metà del VII secolo a. C. Urna funeraria (TUS14)
Fase 2 Metà del VII secolo a. C. Seconda metà del VI secolo a. C. Colmate / piani di livellamento banco geologico (TUS66; TUS96; TUS103)
Struttura in pietre e argilla (TUS95)
Fase 3 Metà del VII secolo a. C. Seconda metà del VI secolo a. C. Struttura in blocchi di tufo grigio (TUS97; TUS102)
Fase 4 Metà del VII secolo a. C. Seconda metà del VI secolo a. C. Fondazione in pietre e argilla (TUS67)
Colmata / piano di vita (TUS92; TUS98)
Periodo II
Fine del VI secolo a. C. / Inizio del V secolo a. C. - età alto -repubblicana
Fase 1 Fine del VI secolo a. C. Inizio del V secolo a. C. Cd. Fontana arcaica (TUS88)
Pozzi e canalizzazioni connesse alla cd. Fontana arcaica (TUS90)
Mura in blocchi disposti a secco (TUS44)
Terrazzamento in blocchi di tufo rosso, cd. Podio arcaico (TUS68; TUS100)
Strati di frequentazione (TUS85; TUS99; TUS115)
Strutture non databili:
Pozzi? (TUS116; TUS117)
Struttura scavata nel banco con copertura a lastre? (TUS161)
Canalizzazione sotto la cavea del teatro? (TUS8)
Strade (TUS33; TUS36; TUS55; TUS56; TUS78)
Periodo III
Età medio-repubblicana
Fase 1 IV secolo a. C. / ante metà del III secolo a. C. Metà del III secolo a. C. Muri in blocchi irregolari di pietra sperone (TUS104)
Muro in opera quadrata (TUS105; TUS107; TUS111)
Fase 2 Metà del III secolo a. C. (260-250 a. C.) Seconda metà del III secolo a. C. Muri in opera poligonale (TUS28; TUS101)
Muro in opera quadrata (TUS24; TUS106; TUS162)
Deposito votivo (TUS110)
Iscrizione decuma Herculis (TUS131)
Fondazione in blocchi di tufo? (TUS74)
Strutture non databili:
Muro in opera poligonale (TUS109)
Fase 3 Seconda metà del III secolo a. C. Metà del II secolo a. C. Muri in opera quadrata (TUS91; TUS112; TUS113; TUS119)
Muro in opera poligonale (TUS118)
Fondazione in blocchi di tufo? (TUS74)
Periodo IV
Età tardo -repubblicana
Fase 1 Seconda metà del II secolo a. C. Fine del II secolo a. C. / inizio del I secolo a. C. Edificio ipostilo (I Basilica?) (TUS39)
Iscrizione (TUS123)
Muro in opera incerta (TUS114)
Edificio in opera incerta, cd. Sede degli Edili (TUS82)
Canalizzazioni (TUS125; TUS126)
Cd. Aedes Mercurii (TUS54)
Iscrizione (TUS130; TUS132)
Canalizzazione (TUS22; TUS69; TUS93)
Strutture non databili:
Strutture non identificate (TUS12; TUS17; TUS58; TUS129)
Pavimentazione della piazza (TUS5; TUS23)
Pavimento in peperino (TUS25;TUS133)
Accesso pedonale (TUS57)
Cd. Edificio A (TUS73)
Scala presso l’angolo nord-orientale del foro (TUS86)
Muro in blocchi e pavimento (TUS122)
Pavimento in scutulatum? (TUS108)
Pozzo con rivestimento idraulico (TUS134)
Struttura idraulica sotto la cavea del teatro (TUS3; TUS8; TUS11; TUS128)
Fase 2 I secolo a. C. I secolo a. C. Teatro (TUS1)
Muro in opera quadrata (TUS120)
Muro in opera reticolata (TUS121; TUS47)
Fontana? (TUS136)
Edificio non identificato (TUS32)
Cd. Sacelli (TUS41; TUS42; TUS49; TUS50; TUS51; TUS52)
Fontana degli Edili (TUS46)
Struttura idraulica (TUS70; TUS72)
Cisterna del teatro (TUS2)
Ambiente aperto sulla strada TUS56 (TUS64)
Strutture non databili:
Strada antistante il teatro (TUS4)
Struttura in opera reticolata obliterata da TUS41 (TUS135)
Periodo V
Età augustea - metà del I secolo d. C.
Fase 1 Età augustea o successiva (tiberiana?) Metà del I secolo d. C. Apprestamento non identificato (TUS21; TUS54; TUS61; TU138; TUS139; TUS140; TUS143)
Scala (TUS63)
Fontana (TUS62)
Canalizzazioni (TUS48; TUS56; TUS59; TUS87; TUS126; TUS146)
Cd. Edificio B (TUS75)
Cd. Curia / Tempio (TUS79)
Edificio antistante il teatro (TUS10)
Ambienti presso l’Edificio degli Edili (TUS84)
Strutture non databili:
Edificio a “L” (TUS76)
Muro a nicchie in opera reticolata (TUS76)
Fase 2 Metà del I secolo d. C. II secolo d. C. o fine I / prima metà del II secolo d. C. Scala (TUS147)
Pilastro o base di monumento onorario (TUS145)
Edificio addossato alla cavea del teatro (TUS13)
Struttura non identificata (TUS27; TUS35; TUS81)
Basilica ampliata (TUS39)
Canalizzazione (TUS80)
Pavimento a mosaico e opus sectile (TUS141)
Strutture idrauliche (TUS77)
Periodo VI
Fine del I secolo a. C. / inizi del II secolo d. C. - III secolo d. C.
Fase 1 II secolo d. C. o fine I / prima metà del II secolo d. C. Prima metà del II secolo d. C. Taberna? (TUS124)
Fase 2 Seconda metà del II sec. d. C. Inizio del III secolo d. C. Struttura absidata (TUS38)
Strutture idrauliche e abitazioni? (TUS29)
Tabella 1.  Tabella di sintesi dei Periodi e delle Fasi

Gli esiti della ricerca presentata in questa sede si tramutano graficamente in una pianta composita comprendente tutte le UT individuate (Fig. 3) e in piante di periodo rappresentative delle maggiori trasformazioni che è possibile cogliere nel contesto in esame (Tavv. I-VI).

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Figura 3.  Pianta composita (elaborazione grafca: R. Bianco).

2. L’INTERPRETAZIONE DELL’AREA MONUMENTALE ALLA LUCE DELLE NUOVE RICERCHE

 

Nelle pagine seguenti si tenterà una proposta di ricostruzione diacronica dei paesaggi urbani che hanno caratterizzato questo settore dell’antica città laziale. Per una corretta lettura dei dati, il racconto per periodi e fasi comprende esclusivamente i dati archeologici riconducibili ad attività di costruzione / vita / obliterazione delle Unità Topografiche individuate. Nella parte conclusiva saranno esposte le proposte ricostruttive inserite -ove possibile- all’interno del quadro storico di riferimento.

Periodo I: dall’VIII secolo a. C. alla seconda metà del VI secolo a. C. Tavola I

 

Fra le più antiche attestazioni relative alla frequentazione del futuro foro tuscolano si possono citare una serie di Unità Topografiche la cui estrema frammentarietà, tuttavia, non consente di comprendere appieno l’organizzazione dell’area in questo periodo.

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Tavola I.  Periodo I, Fasi I-IV (elaborazione grafca: R. Bianco).

Fase I: VIII secolo a. C. - VII secolo a. C.

 

Settore orientale

L’elemento più antico corrisponde a un’urna (TUS14) deposta all’interno di una fossa e databile alla Fase II della Cultura Laziale (VIII-VII sec. a. C.). Il contenitore è stato individuato nel corso delle indagini archeologiche condotte presso l’angolo sud-occidentale della cavea del teatro, intaccato dalle fondazioni dell’edificio. Si tratta di un’urna di impasto con fasce esterne a cordoni applicati con impressioni, per la quale è stata ipotizzata una funzione funeraria (Fig. 4) (Dupré et al., 2000, pp. 30-31Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Dupré, 2005, p. 772Dupré, X. (2005). “La basilica di Tusculum”. In: Lafon, X. y Sauron, G. (Coords.). Théorie et pratique de l’architecture romanine. Aix-en-Provence: Publications de l’Université de Provence, pp. 69-80.; Martínez, 2004, p. 17Martínez, J. (2004). Tusculum latina. Aproximacion historica a una ciudad del antiguo Lacio (siglos VI-IV a.C.). Roma: CSIC.; Rodríguez et al., 2021, pp. 110-111Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.).

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Figura 4.  Tusculum, Periodo I, Fase I. Urna funeraria TUS14 (Archivio EEHAR, campagna 1994).

Fase II: metà del VII secolo a. C. - seconda metà del VI secolo a. C.

 

Settore meridionale

Gli altri dati disponibili per questo periodo provengono da scavi condotti nell’area sud-occidentale del foro, caratterizzata da una serie di attività che prevedono la realizzazione di colmate (TUS66: Tortosa et al., 2015, pp. 60-62, figg. 5-6, in particolare note 8-9Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; TUS96: Dupré et al., 2002, pp. 72-74, part. 74Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; TUS103: Dupré et al., 2000, p. 43Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; TUS92: Dupré et al., 2002, pp. 39, 73-74Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; TUS98: Dupré et al., 2002, pp. 73-74Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.). Su di esse si impostano strutture che si avvicendano tra di loro fra la metà del VII secolo a. C. e la seconda metà del secolo successivo (Fig. 5), la più antica delle quali è realizzata in pietre irregolari legate con argilla (TUS95: Tortosa et al., 2015, p. 62Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Tali apprestamenti hanno una funzione non definibile. Fra essi si segnalano i resti di un muro con orientamento est-ovest in blocchi di tufo grigio su cui erano presenti marchi di cava cruciformi (Figg. 6-7), databile nella prima metà del VI secolo a.C. (TUS97: Dupré et al., 2002, pp. 73-74Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; TUS102: Tortosa et al., 2015, p. 66Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.), e una fondazione in pietre e argilla (TUS67, Fig. 8), presso la quale si rinvenne in situ il fondo di un dolio, realizzata probabilmente nel corso della seconda metà del VI secolo a. C. (Tortosa et al., 2015, pp. 61-62Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

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Figura 5.  Tusculum, Periodo I, Fase II. Posizionamento delle UT TUS66, TUS95, TUS96, TUS103 (elaborazione grafca: R. Bianco).
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Figura 6.  Tusculum, Periodo I, Fase II. Posizionamento delle UT TUS97, TUS102 (elaborazione grafca: R. Bianco).
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Figura 7.  Tusculum, Periodo I, Fase II. UT TUS97, vista da ovest (Dupré et al., 2002, fg. 60Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.)
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Figura 8.  Tusculum, Periodo I, Fase II. Posizionamento delle UT TUS67, TUS92, TUS98 (elaborazione grafca: R. Bianco).

Periodo II: fine VI / inizio del V secolo a. C. - età alto-repubblicana. Tavola II

 

Le labili tracce di frequentazione documentate nel periodo precedente acquisiscono maggior concretezza a partire dal periodo arcaico, momento in cui vengono realizzate strutture che caratterizzeranno il paesaggio di quest’area per un lungo tempo.

In base ai dati disponibili, è possibile ipotizzare che a partire dalla fine del VI sec. a. C. / inizio del V sec. a. C. l’area centrale inizi ad essere dotata di edifici che da un lato avevano la funzione di regolarizzare il pianoro e dall’altro erano correlati alla fruizione e gestione dell’acqua da parte della comunità, uno dei problemi principali nella storia della città.

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Tavola II.  Periodo II, Fase I (elaborazione grafca: R. Bianco).

Settore meridionale

Il settore meridionale alla fine del VI sec. a. C. (post 530 a. C. circa) è munito di una struttura atta ad ampliare la superficie edificabile: il cd. Podio arcaico (TUS68)2Dalle colmate per la realizzazione della struttura proviene una fuseruola con iscrizione graffita datata alla seconda metà del VI sec. a. C. e un frammento di kylix a occhioni. Dupré, 2012, pp. 794-800; Tortosa et al., 2015, pp. 62-66; Gorostidi, 2020, pp. 289-290, cat. n. 222. . Si tratta di una piattaforma in blocchi di tufo rosso della quale al momento della scoperta furono individuati i limiti occidentale e meridionale3Dimensioni massime al momento delle indagini: 10.49x9.45 m. Il limite meridionale è dato da un muro profondo ca. 6 m composto da 14 filari di blocchi disposti in modo alternato, ai primi due dei quali venne attribuita la funzione di fondazione. Occorre precisare, tuttavia, che le difficili condizioni di scavo non consentirono di indagare ulteriormente tale settore. Pertanto non è possibile definire la quota raggiunta dal paramento meridionale. . Interventi edilizi successivi non consentirono al momento della scoperta di comprenderne l’estensione verso nord ed est4Il limite orientale non è precisabile puntualmente perché intercettato dal muro di limite occidentale di TUS39 (cfr. Periodo IV, Fase I). In un momento successivo, compreso nell’ambito di questa fase ma non inquadrabile puntualmente, venne realizzato un intervento di restauro alla struttura TUS68 che comportò dei rifacimenti del limite occidentale e meridionale con l’impiego di quattro filari di blocchi di pietra sperone. Cfr. Tortosa et al., 2015, p. 67. . Le recenti indagini nel settore centro-meridionale del foro hanno portato alla luce una struttura in blocchi di tufo rosso (TUS100) che per orientamento, modulo dei blocchi e tipo di materiale impiegato può essere associata alla piattaforma appena descritta. La struttura, posta circa 24 m a est rispetto al tratto già individuato (TUS68), è stata documentata a nord e sud del nuovo tratto di pavimentazione della basilica scoperto nel 2019, nonché al di sotto della stessa (cfr. Periodo V, Fase II).

Il noto “Podio arcaico” (TUS68) era stato paragonato in precedenza, per caratteristiche strutturali, tecnica costruttiva, posizione e funzione, al tempio romano di S. Omobono, ipotesi suggerita inoltre dal rinvenimento di terrecotte architettoniche5Si tratta di materiali residui presenti in strati di epoca successiva. Va comunque precisato che numerosi elementi architettonici definiti “di fase I” provengono anche dagli strati di regolarizzazione di questo settore finalizzati alla messa in opera della struttura in questione. Dupré 2003a, p. 164; F. Salcedo associa a questo edificio un frammento di rilievo in tufo con testa di felino (TUS-98-P135-337, cfr.: Dupré et al., 2000, fig. 272). Salcedo, 2009, p. 271. . Allo stato attuale delle conoscenze, sembra più prudente attribuire alla struttura nel suo insieme una funzione sostruttiva / di terrazzamento. Si tratterebbe di un basamento atto ad ampliare la superficie edificabile regolarizzando l’orografia di questo settore della città, al di sopra del quale poteva essere posizionato uno o più edifici anche a carattere religioso (Fig. 9). In base alle recentissime scoperte, si potrebbe dunque immaginare, in questo punto della futura area forense, l’esistenza di una piattaforma di forma rettangolare (lunga ca. 32 m, larghezza minima 10,50 m) con lieve orientamento in senso NW-SE, della quale è ora possibile comprendere l’estensione dato il rinvenimento di un ulteriore tratto della struttura (TUS100), che può essere considerato il suo limite orientale (Fig. 10). Al di sopra di tale impianto si ergevano probabilmente vari edifici demoliti in occasione dei numerosi rifacimenti dell’area.

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Figura 9.  Tusculum, Periodo II, Fase I. Cd. Podio arcaico (TUS68), visto da nord-est (Archivio EEHAR, campagna 2002)
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Figura 10.  Tusculum, Periodo II, Fase I. UT TUS100 vista da est (Archivio EEHAR, campagna 2021; elaborazione grafca: R. Bianco).

Settore settentrionale

Il monumento più noto realizzato in questo momento è la cd. Fontana Arcaica (TUS88) connessa ad una serie di condotti scavati nella roccia (TUS90) che si ramificano all’interno del pianoro e probabilmente convergenti verso l’acropoli (Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 76-78Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.; cfr. anche: F. Paglia in Tortosa et al., 2015, pp. 250-254Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC., con bibliografia). Il sistema di smistamento delle acque era dotato di pozzi con funzione di collegamento fra i vari condotti (fra cui TUS116: Aquilué e Quevedo, 2021, p. 48Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.). Recenti indagini (2021-2022) condotte nell’area della futura basilica forense hanno portato alla luce ulteriori elementi associabili a questa infrastruttura: si tratta di un pozzo (TUS117) e di una struttura scavata nel banco di tufo (TUS161). Il primo, del diametro interno di 0,70 m ca. e profondo almeno 5 m, si congiunge ad un cunicolo scavato nella roccia orientato grossomodo verso nord-est e per tale ragione potrebbe essere associato al sistema idrico descritto. La seconda struttura, scavata nel banco, è dotata di copertura in lastre di tufo (TUS161) e trova confronto con un tratto di canalizzazione individuata al di sotto della cavea del teatro, restaurato alla fine del II sec. a. C. (TUS8: Rodríguez et al., 2021, pp. 122-125Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.). Occorre precisare, tuttavia, che l’impossibilità di datare la costruzione di queste Unità Topografiche comporta il loro inserimento in questo periodo solo in base al confronto con le altre strutture note.

Oltre alle infrastrutture idriche, la città si dota di mura (TUS44) delle quali è stato forse individuato un tratto in corrispondenza della pendice centro settentrionale del pianoro, realizzato in blocchi disposti a secco gli uni sugli altri con orientamento in senso NE-SO (Dupré et al., 2000, p. 339, fig. 251Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Dupré, 2012, p. 791, fig. 4Dupré, X. (2012). “Preesistenze arcaiche nel foro di Tusculum”. In: Beltrán, F., Rafel, N. y Tarrats, F. (Coords.). X. Dupré. Opera selecta. Zaragoza: Els editors.; cfr. anche: Quilici e Quilici Gigli, 1993Quilici, L. e Quilici Gigli, S. (1993). “Sulle fortificazioni di Tusculum”. In: Archeologia Laziale XI. QuadAEI, 21. Roma: Consiglio nazionale delle ricerche, pp. 255-269.) (Fig. 11).

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Figura 11.  Tusculum, Periodo II, Fase I. Mura settentrionali (TUS44), viste da est (Archivio EEHAR, TUS-FOT-T1840)

I resti appena descritti corrispondono probabilmente ai primi dati tangibili dell’espansione dell’abitato al di fuori dell’acropoli, concretizzatasi con l’occupazione del pianoro e confermata, inoltre, dal rinvenimento di strati di frequentazione individuati nell’area nord-occidentale del foro (TUS99, TUS85, TUS115; Dupré et al., 2002, p. 39Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, pp. 144-146Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Probabilmente già a partire da questo periodo la città era servita da percorsi stradali il cui tracciato sarà fossilizzato negli assi viari documentati archeologicamente nei periodi successivi.

Periodo III: età medio-repubblicana. Tavola IIIa-b-c

 

I dati a disposizione per questo periodo portano a ritenere che, accanto agli edifici realizzati alla fine del VI sec. a. C. / inizio del V sec. a. C. (quali la cd. Fontana arcaica TUS88, le mura settentrionali TUS44 e il cd. Podio arcaico TUS68 / TUS100) siano ora costruite nuove strutture che probabilmente rispondono ad un piano di regolarizzazione e ampliamento del pianoro edificabile ma per le quali, ad oggi, non è possibile definire l’articolazione interna e la funzione. Le informazioni in nostro possesso consentono di inquadrare queste modifiche in tre momenti distinti dell’età medio-repubblicana e sono distribuite esclusivamente lungo le pendici settentrionali e meridionali del pianoro, unici punti in cui gli scavi hanno raggiunto profondità maggiori.

Fase I: IV sec. a. C. - metà del III secolo a. C.Tavola IIIa

 

Settore meridionale

In via del tutto ipotetica, ad una fase più antica possono essere ascritti alcuni lacerti di strutture rinvenute a sud del cd. Podio arcaico (TUS68), realizzate mediante l’impiego di blocchi irregolari di tufo locale - pietra sperone (TUS104: Tortosa et al., 2015, p. 88, fig. 50Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.) (Fig. 12) e in opera quadrata (TUS105: Tortosa et al., 2015, pp. 70-71Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Archivio EEHAR: Informe 2009, p. 16; TUS111: Archivio grafico EEHAR; TUS107: Tortosa et al., 2015, p. 88Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Archivio EEHAR: Informe 2009) (Figg. 13 e 14) L’assenza di informazioni relative a tali UT non consente di proporre ipotesi in merito alla loro estensione e funzione. In base ai rapporti stratigrafici con le murature documentate successivamente si può proporne una cronologia anteriore alla metà del III secolo a. C.

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Tavola IIIa.  Periodo III, Fase I (elaborazione grafca: R. Bianco).
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Figura 12.  Tusculum, Periodo III, Fase I. UT TUS114 vista da sud-ovest (Tortosa et al., 2015, fg. 50Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).
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Figura 13.  Tusculum, Periodo III, Fase I. UT TUS105 vista da ovest (Archivio EEHAR, campagna 2009).
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Figura 14.  Tusculum, Periodo III, Fase I. UT TUS111 vista da sud (Archivio EEHAR, campagna 2010)

Fase II: metà del III secolo a. C. (260-250 a. C.).Tavola IIIb

 

Settore meridionale

Importanti modifiche interessano le pendici settentrionali e meridionali del pianoro nel corso della metà del III secolo a. C. Recenti indagini (2021-2022) condotte nell’area della basilica hanno portato alla luce due strutture murarie legate fra loro (TUS101) (Fig. 15) che seguono l’orientamento della più antica struttura in blocchi di tufo rosso (TUS100). Un ulteriore muro in opera quadrata (TUS162) viene realizzato circa 5 m ad est di quest’ultima, parallelo ad essa e a ridosso della struttura (canalizzazione?) scavata nel banco di tufo (TUS161). Lo studio dei dati di scavo relativi a queste evidente è ancora in corso, pertanto non è possibile fornire ipotesi in merito alla loro interpretazione.

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Tavola IIIb.  Periodo III, Fasi II (elaborazione grafca: R. Bianco)
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Figura 15.  Tusculum, Periodo III, Fase II. UT TUS101 vista da nordest (Archivio EEHAR, campagna 2021; fotografa R. Bianco).

Probabilmente in questo momento, a sud di tali resti, viene costruito un muro in opus quadratum con orientamento grossomodo NW-SE, conservato per una lunghezza massima di 9,14 m (TUS106: Tortosa et al., 2015, p. 88Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.) (Fig. 16). Alla struttura è stato proposto di associare i resti di un pavimento in opus signinum tesselatum (TUS108: Tortosa et al., 2015, pp. 88-89Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Archivio EEHAR: Informe 2009, p. 3) (Fig. 17)6Una nuova battuta topografica realizzata nel mese di giugno 2023 ha consentito di verificare le quote assolute di questo pavimento cementizio a base fittile (627,22/627,15 m s. l. m.) inquadrabile stilisticamente fra il IV / III sec. a. C. e la tarda età repubblicana. Esso è realizzato a una quota più alta (0,37/0,78 m) rispetto alla fondazione sud-occidentale della futura basilica (TUS39), che secondo gli editori delle indagini avrebbe tagliato la pavimentazione. Risulta tuttavia improbabile che la messa in opera della fondazione (della quale sono documentati esclusivamente i primi due filari superiori) non abbia comportato la distruzione completa del pavimento. Appare più ragionevole ipotizzarne la messa in opera in un momento successivo. Infine, potrebbe datarsi in questo periodo la costruzione del muro in opera poligonale di medie dimensioni (TUS109: Tortosa et al., 2015, p. 90, fig. 57Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.) (Fig. 18), che trova confronto con quello individuato nel corso delle recenti campagne presso la basilica (Fig. 15). I dati esposti consentono di distinguere il settore sud-occidentale del pianoro in almeno due lotti. Il primo a nord caratterizzato dalla presenza dell’antica piattaforma in blocchi di tufo rosso (TUS68 / TUS100) a cui si aggiunge il secondo, posto a sud, delimitato da muri in opera quadrata a est e sud (TUS106, TUS111) e opera poligonale a sud-ovest (TUS109) e sud-est (TUS101).

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Figura 16.  Tusculum, Periodo III, Fase II. UT TUS106 vista da est (Archivio EEHAR, campagna 2008)
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Figura 17.  Tusculum, UT TUS108: pavimento in opus signinum tessellatum (Tortosa et al., 2015, fg. 52Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).
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Figura 18.  Tusculum, Periodo III, Fase II. UT TUS109 vista da ovest (Archivio EEHAR, campagna 2009).

Settore settentrionale

Anche la pendice settentrionale del pianoro diviene oggetto di rifacimenti che prevedono la costruzione di un’imponente struttura in opera quadrata con blocchi regolari di medie dimensioni (TUS24) che si addossa alla “Fontana arcaica” (TUS88). La realizzazione di questa nuova costruzione, inquadrabile stratigraficamente fra il 260 e il 250 a. C., comportò probabilmente la distruzione del più antico muro TUS44 (Dupré et al., 2000, pp. 211, 339Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 89-104Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.).

Al di là del diverticolo di collegamento con la via Labicana, nel corso del III secolo a. C. anche la pendice nord-occidentale viene munita di un imponente muro in opera poligonale con restauri in opera quadrata (TUS28: Quilici e Quilici Gigli, 1993, p. 255Quilici, L. e Quilici Gigli, S. (1993). “Sulle fortificazioni di Tusculum”. In: Archeologia Laziale XI. QuadAEI, 21. Roma: Consiglio nazionale delle ricerche, pp. 255-269.; Dupré et al., 2000, pp. 147-149, fig. 112Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). I due tratti erano probabilmente connessi da una porta non più visibile, resa in numerosi disegni ottocenteschi (Canina, 1841Canina, L. (1841). Descrizione dell’antico Tuscolo. Roma.; Rossini, 1824-1826Rossini, L. (1824-1826). Le antichità dei contorni di Roma ossia le più famose città del Lazio: Tivoli, Albano, Castelgandolfo, Palestrina, Tusculo, Cora-Ferentini / raccolte, descritte, disegnate ed incise da Luigi Rossini. Roma: s.n.).

Fase III: seconda metà del III secolo a. C.Tavola IIIc

 

Settore settentrionale

Nel corso della seconda metà del III secolo a. C., il settore della cd. Fontana arcaica (TUS88) è oggetto di nuovi interventi che si concretizzano con la costruzione di murature in blocchi di tufo (TUS91: Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 105-106, 150Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.; TUS119: Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 52, 108Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.) e in opera poligonale (TUS118: Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 40-42Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.) che si addossano alla facciata della fontana e al muro di terrazzamento (TUS24). La natura di tali attività, susseguitesi a breve distanza di tempo, non è purtroppo definibile con precisione.

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Tavola IIIc.  Periodo III, Fasi III (elaborazione grafca: R. Bianco)

Settore meridionale

Sempre nel corso dell’età medio-repubblicana, la pendice meridionale del pianoro è dotata di una poderosa struttura (TUS112) con orientamento est-ovest (anche in questo caso realizzata in blocchi di tufo; Tortosa et al., 2015, pp. 89, 131Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.) che si addossa al più antico muro in blocchi TUS106. A nord-est di questa costruzione, le recenti indagini condotte nella basilica hanno consentito di individuare un’ulteriore struttura muraria (TUS113), caratterizzata dallo stesso tipo di tecnica edilizia con orientamento grossomodo nord-sud e ortogonale a essa dello spessore di 1,20 m (Fig. 19). Sulla struttura si imposta un ulteriore muro in opera quadrata di spessore minore di 0,60 m7Cfr. infra: TUS39. Lo studio di tali strutture è ancora in corso e pertanto si rimanda ad altra sede l’approfondimento di queste Unità Topografiche (cfr. Pizzo et al., c. s.; De Stefano e Pizzo, c. s.). . A est dell’antico “Podio arcaico” (TUS68) le prime indagini condotte dall’EEHAR-CSIC portarono al rinvenimento di una fondazione (TUS74) con orientamento est-ovest, realizzata in blocchi di tufo locale e datata genericamente all’età medio repubblicana. Non si può escludere pertanto che questa costruzione, che diverge per orientamento rispetto al “Podio arcaico”, possa essere realizzata nel corso delle altre fasi che compongono questo periodo (Dupré et al., 2002, pp. 74-78Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.).

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Figura 19.  Tusculum, Periodo III, Fase III. UT TUS113 vista da est (Archivio EEHAR, campagne 2021; fotografa R. Bianco).

Periodo IV: età tardo-repubblicana. Tavola IV

 

L’organizzazione del foro tuscolano è maggiormente riconoscibile nella conformazione degli spazi fra la seconda metà / fine del II sec. a. C. e gli inizi del I secolo a. C. L’area è interessata quasi interamente da rifacimenti che prevedono la costruzione di nuovi edifici accanto a quelli attivi a partire dai periodi precedenti.

Fase I: seconda metà II secolo a. C. / inizio del I secolo a. C.Tavola IVa

 

Settore meridionale

Un importante progetto edilizio coinvolge la pendice sud-occidentale del pianoro intorno alla seconda metà del II secolo a. C. Questo nuovo intervento prevede la costruzione (o ricostruzione) di un edificio (TUS39) delimitato da fonda­zioni in blocchi di tufo ed identificabile con la basilica forense (Dupré et al., 2002, p. 74Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, p. 89Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.) (Fig. 20). Per quanto riguarda il limite orientale, le campagne di scavo condotte nel 2009 e nel 2020-2021 hanno permesso di individuare i resti del muro perimetrale in blocchi di tufo di questo monumento (di fattura simile a quello già documentato sul lato occidentale) e che riutilizza come fondazione la struttura in opera quadrata (TUS113). La realizzazione della nuova costruzione comporta l’obliterazione del tratto settentrionale del muro in opus quadratum (TUS106).

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Tavola IVa.  Periodo IV, Fase I (elaborazione grafca: R. Bianco).
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Figura 20.  Tusculum, Periodo IV, Fase I. Fondazione meridionale dell’UT TUS39 vista da est (Archivio EEHAR, campagna 2009).

Resti di una preparazione pavimentale associata all’edificio (TUS39) sono stati ritrovati in corrispondenza dell’angolo sud-orientale (Tortosa et al., 2015, p. 89Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Archivio EEHAR: Informe 2009, p. 7) (Fig. 21).

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Figura 21.  Tusculum, Periodo IV, Fase I. Preparazione pavimentale dell’UT TUS39 vista da sud (Tortosa et al., 2015, fg. 55Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Al momento della scoperta si ipotizzò, inoltre, che i numerosi tratti di pavimentazione in lastre di tufo locale potessero essere associati all’edificio, ritenuto ipostilo per il rinvenimento di alcuni blocchi identificati come fondazioni di colonne (Dupré et al., 2002, p. 80, n. 80Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, p. 89Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). La prosecuzione delle indagini in anni recenti (2019-2021) ha consentito di riconoscere una maggiore estensione verso est della pavimentazione in lastre di pietra sperone (almeno 11 m), da attribuire dunque non più all’edificio in questione ma alla successiva basilica di età imperiale (TUS39, cfr. Periodo V, Fase II).

In via del tutto ipotetica si può supporre che due UT poste lungo il versante meridionale della piazza siano attive sin da ora.

La prima si trova a circa 5 m a nord-est del limite orientale dell’edificio (TUS39). Si tratta di un pozzo con rivestimento in malta idraulica (TUS134), individuato nel corso della campagna 2019. Non è possibile proporre una cronologia per la costruzione della struttura idraulica, reimpiegata in età medievale (Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13. ). Per tale ragione è solo ipoteticamente inserita fra le evidenze databili a questo periodo, forse obliterata dal tratto di pavimentazione (TUS25, cfr. Periodo IV, Fase I e II) che delimiterà la piazza nelle fasi successive. È interessante osservare che, all’interno di strati riconducibili alla frequentazione post-antica dell’area, si rinvenne un frammento di lastra lavorata con un lato in forma semicircolare, che permette di ricostruire un diametro di ca. 0,90 m. Tale dato può essere associato al pozzo (TUS134) e forse da interpretare come parte della vera.

La seconda UT è posta più ad est, composta dai resti di due muri in blocchi di piccole dimensioni associati a un pavimento (TUS122) visibili in sezione all’interno di un silos medievale praticato nell’edificio noto come Curia / Tempio (TUS79, cfr. Periodo V, Fase I e II). Si tratta delle strutture più antiche individuate nel settore sud-orientale del foro e per le quali non si dispone di ulteriori informazioni (Tortosa et al., 2015, p. 108Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Le strutture furono obliterate da un interro funzionale alla costruzione della cd. Curia / Tempio (TUS79). Lo scavo di alcuni livelli costruttivi e piani di cantiere ha restituito materiali inquadrabili fra la seconda metà / I secolo a. C. e la prima età imperiale.

Anche l’estremo settore sud-occidentale dell’area forense presenta per la prima volta costruzioni databili fra la fine del II secolo a. C. e gli inizi del I secolo a. C. Si tratta di resti pertinenti ad un accesso pedonale (TUS57), delimitato da muri in opera incerta e quasi reticolata. Questa zona era servita probabilmente di una scala (che consentiva di superare il dislivello esistente verso sud) e da una porta verso ulteriori ambienti posti ad ovest (TUS58: Tortosa et al., 2015, pp. 32-33Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC., con bibliografia precedente). Tali costruzioni erano realizzate al di sopra di un basamento in opera quadrata su cui sorgeva, inoltre, un edificio absidato noto come Aedes Mercurii (TUS54, Fig. 22), per il rinvenimento sul fronte prospiciente il decumano massimo di una base con iscrizione per il dio (Dupré et al., 2002, pp. 107-108Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, pp. 33, 36, 47Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Gorostidi, 2020, pp. 156-157, cat. n. 14Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.; EDR177327 del 02-12-2020, G. Naccarato, 120/80 a. C. Cfr. Gorostidi, 2020, p. 157, cat. n. 15Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC. per un’altra iscrizione che ricorda un Magister [Me]rcurio). La struttura, dotata di pavimenti in opus scutulatum, era articolata in un ambiente a nord (pronao?) e di una cella (Tortosa et al., 2015, pp. 32-33, con bibliografia precedenteTortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

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Figura 22.  Tusculum, Periodo IV, Fase II. UT TUS54 vista da sud-ovest (Archivio EEHAR, campagna 2009).

Al centro del lato meridionale, in un momento non precisabile in modo puntuale, viene realizzato un muro in opera incerta (TUS114) che si addossa verso ovest al muro di limite orientale dell’edificio (TUS39) e la cui estensione verso est e funzione non è attualmente definibile. La nuova costruzione, realizzata contro terra, potrebbe anche in questo caso testimoniare l’esigenza di ampliare la superficie edificabile regolarizzando il pendio del pianoro (Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13. ).

Settore centrale

L’importante opera di allestimento che coinvolge il foro in questo momento comporta la pavimentazione della piazza (TUS5; TUS23: Dupré et al., 2000, pp. 48, 113Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Gli edifici che si affacciavano su di essa sono delimitati da un pavimento in lastre di peperino (TUS25; TUS133) definito verso la piazza da un canale per il deflusso delle acque8Settore occidentale: Dupré et al., 2000, pp. 139, 262-263, 390. Settore settentrionale: Dupré et al., 2002, p. 50; Tortosa et al., 2015, p. 154. L’anteriorità della pavimentazione e del canale di scolo delle acque viene confermata dalla cronologia degli strati che obliterano uno dei pozzi di decantazione posto nell’angolo nord-orientale della piazza, datati all’inizio del I sec. a. C. (cfr. Tortosa et al., 2015, pp. 142-143). Settore meridionale: Dupré et al., 2002, pp. 79-82. La cronologia degli strati sui quali vengono messe in opera il pavimento in peperino, la canalizzazione e una fistula in terracotta si inquadra fra la metà e l’ultimo terzo del II secolo a. C. Cfr.: Dupré et al., 2002, pp. 80-82 e le nn. 85, 92. La fistula trova confronto con un’altra conduttura (TUS48) individuata presso la cd. Fontana degli Edili e datata alla metà del I sec. d. C., cfr.: Dupré et al., 2002, p. 80, n. 87. (TUS22; TUS69; TUS93). La presenza di intagli circolari su alcune lastre del pavimento in peperino documentati nella zona nord-orientale e centro meridionale del foro ha suggerito l’ipotesi che queste potessero ospitare un colonato (Tortosa et al., 2015, p. 142Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Tuttavia, l’esistenza di un portico in questa fase appare poco probabile, data l’assenza di tracce di incassi per le colonne, documentati archeologicamente solo nel periodo successivo. I solchi individuati nei tratti di pavimento potrebbero suggerire piuttosto la presenza di basi per monumenti non conservati o essere il risultato di attività post-classiche. Essi sono stati individuati anche nel tratto occidentale della pavimentazione (TUS25) davanti ai cd. Sacelli (cfr. infra Periodo V, fase I). Per quanto riguarda questo settore, inoltre, occorre osservare che la distanza esistente fra le colonne e i tratti di canalizzazione è di circa 1,80/2 m, ciò implica necessariamente che la cunetta non possa aver accolto le acque provenienti dalle falde del portico e che quindi sia da escludere che abbiano funzionato contemporaneamente.

Settore orientale

Ulteriori testimonianze provengono dal versante opposto dell’area monumentale.

Il limite orientale della piazza, nell’area successivamente occupata dalla cavea del teatro e all’interno di uno dei suoi cunei, appare caratterizzato dalla presenza di una serie di strutture di funzione idraulica (TUS3: Dupré et al., 2000, pp. 72-75Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Rodríguez et al., 2021, p. 113Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.; TUS8: Dupré et al., 2000, pp. 16-19Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Rodríguez, 2007Rodríguez, O. (2007). “Intervención en el Teatro Romano de Tusculum. Campaña 2005”. Lazio e Sabina, 4, pp. 135-144.; Rodríguez et al., 2021, pp. 122-125Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.; TUS11: Dupré et al., 2000, p. 26Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Rodríguez et al., 2021, p. 119Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.; TUS128: Rodríguez et al., 2021, p. 125Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.) o per le quali non è possibile proporre un’identificazione (TUS12: Dupré et al., 2000, p. 26Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Rodríguez et al., 2021, p. 119Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.; TUS17: Dupré et al., 2000, pp. 75-79Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Rodríguez et al., 2021, pp. 113-119Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.; TUS129: Rodríguez et al., 2021, pp. 126-128Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC..).

Settore nord-orientale

A nord-est viene edificata una costruzione dotata di murature in opera incerta (TUS82, Fig. 23) e articolata in almeno quattro ambienti, la cui costruzione è stata inquadrata stratigraficamente fra 150/125-75 a. C. (Dupré et al., 2002Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC., p. 48). Il rinvenimento, all’interno di una trincea moderna praticata nella struttura, di un’iscrizione coeva (fine del II / inizi del I sec. a. C.) che menziona gli edili lustrali, ha portato a ritenere che nel nuovo edificio vada riconosciuta la possibile sede del Collegio degli Edili (Tortosa et al., 2015, pp. 155-156Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Gorostidi, 2020, p. 214, cat. n. 81Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.).

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Figura 23.  Tusculum, Periodo IV, Fase II. UTT TUS25 e TUS82 viste da ovest (Archivio EEHAR, campagna 2009).

Contemporanee a questa costruzione sono una scala (TUS86) -che consentiva di superare il dislivello esistente tra la piazza e altri edifici posti ad est- e un ulteriore sistema di infrastrutture idriche, tra cui una canalizzazione (TUS125) che corre parallela al muro di limite orientale dell’edificio (Tortosa et al., 2015, pp. 143-144Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.) e, più ad est, alcuni condotti scavati nella roccia (TUS126: Tortosa et al., 2015, pp. 146-149Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Fase II: I secolo a. C.Tavola IVb

 

La fine della tarda età repubblicana rappresenta un momento di particolare rilievo nell’organizzazione della piazza forense che per la prima volta presenta edifici documentati archeologicamente su tutti i suoi lati. Le costruzioni più antiche, invece, sono oggetto di interventi di restauro o di modifica.

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Tavola IVb.  Periodo IV, Fase II (elaborazione grafca: R. Bianco).

Settore settentrionale

Fra i primi edifici ad essere oggetto di modifiche vi è la cd. Fontana arcaica (TUS88), che nel corso della prima metà del I sec. a. C. è interessata da un importante intervento edilizio che riguarda la facciata dell’edificio con la costruzione di due muri: in opera reticolata ad ovest (TUS121) e in opera quadrata ad est (TUS120: Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 49-52, 111-112Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.). Quest’ultimo, compiendo un angolo verso nord-est, funge probabilmente da terrazzamento per le strutture poste ad una quota più alta nella piazza del foro. Su di esso si addossa inoltre la cd. Fontana degli Edili (TUS46, Fig. 24), il cui impianto è datato epigraficamente al 70 a. C. (Gorostidi 2020, pp. 195-196, cat. n. 62Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.). In connessione con la fontana si realizza una costruzione in opera cementizia foderata da muri in opera reticolata (TUS47) con chiara funzione idraulica. Anche il diverticolo (TUS36) che dalla via Labicana conduce alla piazza lambendo questo settore viene riadattato probabilmente rialzando il piano di calpestio, che raggiunge quello della cd. Fontana degli Edili (Dupré et al., 2000, pp. 214, 219, 345Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Dupré et al., 2002, pp. 59-60Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 143-145Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.).

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Figura 24.  Tusculum, Periodo IV, Fase II. UT TUS46 vista da sudovest (Archivio EEHAR, TUS-FOT-T1846).

Proseguendo verso la piazza, forse in questo periodo viene costruito un edificio (TUS32) posto al centro del lato settentrionale dell’area, fortemente intaccato dalle attività di spoliazione di età post-classica che non ne consentono una datazione puntuale. Della struttura si conservano una serie di fondazioni in opera cementizia che permettono di definire due ambienti, forse aperti sulla piazza (Dupré et al., 2000, pp. 207-208, 337-342Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ) (Fig. 11).

Settore centrale

Anche la pavimentazione in lastre di peperino (TUS25) che bordava l’area centrale già a partire dalla fase precedente è oggetto di rifacimenti da associare all’erezione di un portico. Tali interventi sono riconoscibili in vari punti della piazza; fra essi si può citare il settore antistante l’edificio (TUS32), dove restauri interessano uno dei pozzi di decantazione e un tratto di canalizzazione attraverso il reimpiego di un’iscrizione (Dupré et al., 2000, pp. 109, 113Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). In questo punto sono realizzate inoltre alcune fondazioni circolari in cementizio, funzionali probabilmente all’alloggiamento di colonne (Dupré et al., 2000, pp. 207, 340Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

Presso l’angolo nord-orientale della piazza, in corrispondenza dell’edificio in opera incerta (TUS82), nuove fondazioni di colonne obliterano il più antico canale di scolo delle acque (Tortosa et al., 2015, pp. 143, 154Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.)9È interessante osservare che in questo punto sono documentate quattro basi di colonne, le prime due si sovrappongono al tratto di canaletta, le seconde sono di poco più arretrate. Tale divergenza di allineamento potrebbe essere giustificato da due motivi differenti: 1) si tratta di resti non contemporanei; 2) la seconda coppia di colonne potrebbe aver avuto la funzione di sottolineare l’accesso in questo punto, più prossimo al teatro. (Fig. 23).

Verosimilmente in occasione dell’allestimento del portico viene realizzata la decorazione in II stile, visibile ancora in anni recenti, del muro di facciata della cd. Sede degli Edili (TUS82). Quest’ultimo edificio è dotato di nuove pavimentazioni in opus scutulatum, tessellatum e signinum probabilmente della metà del I sec. a. C. (Tortosa et al., 2015, pp. 154-155Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Una serie di basi di colonna pertinenti al portico (TUS25) sono documentate, inoltre, nel settore occidentale della piazza e associate a una nuova pavimentazione in pietra sperone che presenta delle lastre di forma più irregolare delle precedenti (Dupré et al., 2000, pp. 262-263, 390-391Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

Non è possibile comprendere se già a partire da questo periodo il settore occidentale della piazza sia caratterizzato dalla presenza dei cd. Sacelli (TUS41, TUS42, TUS49, TUS50, TUS51, TUS52, cfr. Periodo V, Fase I). Il loro inserimento in questa fase, infatti, si basa sul confronto con altre costruzioni in opera reticolata datate stratigraficamente in questo momento (cfr. UT TUS1; TUS46; TUS121). L’esistenza di un portico confermerebbe questa possibilità, avvalorata dal fatto che questi ambienti affiancati gli uni agli altri sono costruiti al di sopra di strutture più antiche non definibili. Fra esse è TUS135, composta da un muro in opera reticolata e relativa fondazione, associato a una struttura non definita e a un ulteriore muro in reticolato obliterato da TUS41 (Dupré et al., 2000, pp. 140, 144Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

A nord di esse è una struttura idraulica (TUS136) dotata, come i vani precedenti, di muri in opera reticolata e collegata a una condotta sotterranea posta a 3,26 m al di sotto del piano di calpestio (Dupré et al., 2000, p. 142Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

Lungo il versante meridionale, l’esistenza del portico (TUS25; TUS133) è testimoniata da una serie di fondazioni in cementizio poste a una distanza regolare, associate a lastre del pavimento in peperino di forma semi-circolare (Dupré et al., 2002, pp. 78-84Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.). Nuove strutture con funzione idraulica (TUS70, TUS72) convogliavano l’acqua proveniente dal canale (TUS69) che borda il portico (Dupré et al., 2002, pp. 79-82Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, pp. 72-73, 115Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Settore meridionale

Al di là della strada (TUS56), sull’antico “Podio arcaico” (TUS68) si impianta il cd. Edificio A (TUS73) aperto verso nord sulla piazza e del quale si conserva parte della pavimentazione in opus scutulatum (Tortosa et al., 2015, p. 73Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). In un momento successivo, l’edificio viene ampliato verso sud mediante la costruzione di nuovi muri in opera quadrata e reticolata che definiscono un ulteriore vano. Questo ambiente e i due più antichi sono dotati di nuovi pavimenti in opus signinum (Tortosa et al., 2015, pp. 75-76Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

A sud si segnala la presenza dei più antichi resti pertinenti a un ambiente (TUS64), aperto sulla strada (TUS56) e che probabilmente era parte di un più ampio edificio del quale non è possibile definire i limiti (Tortosa et al., 2015, pp. 42, 54-55Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Settore orientale

Il monumento che maggiormente caratterizza questo periodo è indubbiamente il teatro (TUS1), realizzato nel lato orientale della piazza fra il 75 e il 50 a. C. Il primo impianto dell’edificio prevede la realizzazione della cavea e dell’orchestra, costruite obliterando con delle colmate i più antichi edifici sorti nei periodi precedenti e regolarizzando la pendice della collina. Una serie di fondazioni radiali, poste a distanze regolari, conferiscono maggiore stabilità alla struttura. Su di esse si impostano muri in opera quadrata con nucleo in opera cementizia.

Contestualmente, l’antico percorso diretto verso l’acropoli (TUS33) viene inglobato all’interno del teatro, realizzando una via tecta delimitata a nord e a sud da ulteriori muri in opera quadrata. L’unitarietà del progetto edilizio viene confermata dal fatto che il muro orientale dell’aditus del teatro si lega con il muro meridionale della via tecta (Rodríguez et al., 2021, pp. 130-155Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.).

Periodo V: prima età imperiale / età giulio-claudia. Tavola V

 

Durante la dinastia giulio-claudia, il foro tuscolano viene coinvolto da un nuovo programma edilizio che è possibile scindere in due fasi. La più antica, di età augusteo-tiberiana, è maggiormente riconoscibile nel riallestimento del sistema viario, nel settore occidentale dell’area e, sporadicamente, in altri punti della piazza. La seconda, inquadrabile alla metà del I secolo d. C., riguarda principalmente il settore meridionale e orientale. Non si può escludere che la monumentalizzazione che si compirà al termine di questo periodo possa essere il risultato di un progetto edilizio unitario e di lungo termine.

Fase I: età augustea-tiberiana.Tavola Va

 

Settore centrale

Nell’ambito dei numerosi rifacimenti che hanno interessato l’area monumentale nel corso della prima età imperiale, si può citare la nuova pavimentazione della piazza (TUS23) datata stratigraficamente all’età augustea (o di poco successiva), come dimostra il sondaggio praticato presso la strada (TUS4) che la separa dal teatro (Dupré et al., 2000, pp. 23-24, 113Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Poco più a nord, viene edificato un vano con muri in opera reticolata e blocchetti (TUS10), datato stratigraficamente a un momento successivo all’età augustea (Dupré et al., 2000, p. 23Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Un ulteriore tratto di pavimentazione della piazza, databile alla prima metà del I sec. d. C., si addossa alla più antica canaletta di scolo delle acque del portico (TUS69) nel tratto antistante la basilica, obliterandone uno dei pozzetti di decantazione. Tale modifica è contestuale alla realizzazione di un nuovo canale sotterraneo (TUS146, Fig. 25) per il deflusso delle acque in opera cementizia, parallelo al fronte meridionale (Dupré et al., 2002, pp. 85-86Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.. Cfr. anche Tortosa et al., 2015, p. 76Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC. per un’ulteriore canalizzazione in opera cementizia rinvenuta nel tratto di portico antistante il cd. Edificio B TUS75).

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Tavola Va.  Periodo V, Fase I (elaborazione grafca: R. Bianco).
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Figura 25.  Tusculum, Periodo V, Fase I. UT TUS146 vista da sud-est (Archivio EEHAR).

Settore settentrionale

Anche la cd. Sede degli Edili (TUS82), posta nell’angolo nord-orientale del foro, viene riorganizzata attraverso l’ampliamento e la regolarizzazione degli spazi interni (Fig. 26). Ad est di essa, ad una quota più alta di circa 1 m, nel corso dell’età augustea (o genericamente in età giulio-claudia) viene costruita una serie di vani con funzione incerta (TUS84), realizzati in opera reticolata e vittata con pavimenti in opus signinum, collegati alle canalizzazioni (TUS126: Tortosa et al., 2015, pp. 145-150Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

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Figura 26.  Tusculum, Periodo V, Fase I. UT TUS82, nuovo muro di limite occidentale visto da sud (Archivio EEHAR, TUS-FOT-T3445).

Anche l’impianto dell’edificio (TUS32) forse già nel I sec. d. C. subisce alcune modifiche in opera laterizia che comportano il prolungamento della pianta verso sud. A questo nuovo ambiente -che si aggiunge ai due precedenti- può essere associato un pavimento in malta (con funzione idraulica?) (Dupré et al., 2000, pp. 206-207, 337-342Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Nei pressi di questo edificio, nel corso della prima età imperiale, viene realizzata una struttura (TUS21) con funzione incerta che potrebbe essere connessa al sistema di smistamento delle acque di questo settore (Dupré et al., 2000, p. 114Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ) (Fig. 27).

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Figura 27.  Tusculum, Periodo V, Fase I. UT TUS21 vista da est (Archivio EEHAR, TUS-FOT-T1203).

Sempre agli inizi del I secolo d. C. il percorso (TUS36), che dalla via Labicana conduce nella piazza, viene ripavimentato con un innalzamento della quota d’uso di circa 0,80/1,00 m (Dupré et al., 2002, p. 60Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 144-145, 150Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.).

Settore occidentale

Per quanto riguarda il lato occidentale della piazza, è possibile ipotizzare che i cd. Sacelli (TUS41-42, 49-52) (Fig. 28) e la struttura idraulica (TUS136) siano stati oggetto di alcuni restauri (Dupré et al., 2000, p. 142Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

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Figura 28.  Tusculum, Periodo V, Fase I. Cd. Sacelli UT TUS41-42, 49-52 (Archivio EEHAR, TUS-FOT-T1720).

Il primo ambiente da nord (TUS41) presenta due fasi edilizie distinguibili planimetricamente ma non databili. Nel suo primo impianto (di I secolo a. C.?), il vano era caratterizzato da muri in opera reticolata e pavimentato a mosaico. Il rifacimento successivo (e attualmente visibile) comporta la messa in opera di un muro in blocchetti di tufo irregolari, che restringe la profondità dell’ambiente, e la realizzazione di una nuova decorazione parietale e pavimentale in marmo (Dupré et al., 2000, pp. 144, 254Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

A sud si trova il secondo ambiente (TUS42), per il quale -anche in questo caso- è possibile riconoscere due fasi edilizie, la prima delle quali presenta caratteristiche simili a quelle riscontrate nel vano precedente: muri in opera reticolata che delimitano lo spazio sui lati settentrionale, meridionale e occidentale, pavimento a mosaico di tessere bianche e pareti in stucco dipinto. In un secondo momento, anche questo ambiente viene ridotto in profondità e dotato di rivestimenti marmorei parietali e pavimentali (Dupré et al., 2000, pp. 257-259Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). A differenza del precedente, questo vano presenta al suo interno una serie di pozzi (Dupré et al., 2000, p. 259 - 260Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Segue un vano (TUS49) di ampiezza minore rispetto ai precedenti decorato con pavimento a mosaico e che conservava, al momento delle indagini, tracce della decorazione parietale a tema vegetale rosso e verde su fondo giallo o a fondo rosso con pannelli delimitati da listelli bianchi. L’importante attività di spoliazione di questo ambiente ha intaccato una struttura sotterranea di incerta funzione individuata nell’angolo nord-ovest (Dupré et al., 2000, pp. 385-386Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

Adiacente ad esso è un ambiente (TUS50) di limitate dimensioni che presenta ad ovest uno stipite in opera vittata che sembra addossarsi al vano successivo (TUS51: Dupré et al., 2000, pp. 386-387Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Quest’ultimo, di forma quadrangolare e il cui muro occidentale presenta uno spessore di circa 1 m, conserva due ante in facciata realizzate in opera laterizia e un pavimento a mosaico bianco (Dupré et al., 2000, pp. 387-389Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). L’ultima stanza (TUS52) che compone questo fronte era delimitata ad ovest da un muro in tecnica mista (in mattoni e laterizi) e da un ulteriore setto in opera vittata speculare a quello documentato in TUS50, l’angolo sud-orientale era invece definito da un pilastro. L’apertura verso sud ed est di questo vano ha portato ad ipotizzarne la funzione come accesso pedonale verso il foro (Dupré et al., 2000, pp. 389-390Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; 2002, pp. 100-102Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.), forse in connessione con una porta all’area monumentale, di cui resterebbe traccia in una semicolonna del diametro di 0,45 m rinvenuta in situ (TUS143: Dupré et al., 2002, p. 100Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.). Non è possibile, allo stato attuale delle conoscenze, confermare o smentire tale proposta ricostruttiva.

È probabile che in seguito all’erezione di queste nuove costruzioni, anche il più antico portico (TUS25) subisca delle modifiche che riguardano principalmente il restauro della pavimentazione, visibile nei pressi di alcuni apprestamenti di forma rettangolare (TUS139-TUS140) realizzati con lastre riutilizzate (Dupré et al., 2000, p. 263Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ), anche se non si può escludere che tali apprestamenti siano il risultato di attività post-classiche.

Verosimilmente possono essere considerati coerenti con queste modifiche anche alcuni incassi praticati nella pavimentazione, forse funzionali all’alloggiamento di alcune basi (Dupré et al., 2000, pp. 257, 261, 391Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Ne è un esempio quella conservata ancora in situ (TUS138) davanti all’ingresso del secondo ambiente (TUS43: Dupré et al., 2000, pp. 260-261Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Anche il settore meridionale del portico subisce delle modifiche che prevedono l’inserimento di alcuni gradini che consentono di superare il dislivello esistente con la strada TUS56, e la realizzazione di un’ulteriore fondazione in opera cementizia che viene ad addossarsi al più antico canale di scolo delle acque (TUS69: Tortosa et al., 2015, p. 79; p. 118: US 1184, p. 123: US 1361Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Settore meridionale

Nuovi interventi caratterizzano anche il settore meridionale dell’area del foro. Partendo da sud-ovest, l’Aedes Mercurii (TUS54) (Fig. 29) è interessata in età augustea (o tiberiana) da una quasi totale ricostruzione che prevede l’erezione di muri in opera reticolata e la messa in opera di nuovi pavimenti. In particolare il nuovo pavimento della cella presenta analogie stilistiche con quello documentato all’interno del cd. Sacello 5 (TUS51) nei pressi del quale si rinvenne un’iscrizione dedicata ad Ercole (TUS131, cfr. Conclusioni. Per la descrizione del pavimento e le ipotesi legate allo scioglimento dell’iscrizione, cfr. Tortosa et al., 2015, pp. 36-37, con bibliografiaTortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Una struttura circolare di funzione incerta (TUS61) occupa lo spazio a sud-ovest, a diretto contatto con l’edificio. Tale apprestamento altera necessariamente i percorsi pedonali di questo settore (Tortosa et al., 2015, pp. 37-38Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.), rendendo necessaria la costruzione di una scala (TUS63) di collegamento fra la terrazza su cui sono costruite queste strutture e la strada (TUS56). Gli ultimi interventi qui documentati riguardano il vano (TUS58), posto più a ovest, che viene dotato in questo momento di una pavimentazione a mosaico bianco e nuove decorazioni parietali (Tortosa et al., 2015, p. 38Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Più a nord, infine, è costruita una piccola fontana (TUS62: Tortosa et al., 2015, p. 38Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

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Figura 29.  Tusculum, Periodo V, Fase I. Cd. Aedes Mercurii UT TUS54 e la struttura circolare TUS61 viste da sud (Archivio EEHAR, campagna 2008)

Anche la strada (TUS56) collegata al decumano massimo (TUS55) è ripavimentata e dotata di un nuovo sistema di smaltimento delle acque che prevede la costruzione di canalizzazioni sotterranee (TUS59: Dupré et al., 2002, pp. 102-103, 105 e fig. 86Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, p. 33, con bibliografia precedenteTortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.. Tale apprestamento potrebbe trovare confronto con TUS146).

Ad est, la strada è delimitata da un muro in opera reticolata nel quale si apriva una porta verso un ambiente decorato con affreschi e pavimenti realizzati in questa fase, insieme a un “lacus” e canalizzazioni anch’esse da rapportare al sistema di smaltimento posto all’esterno (TUS64: Tortosa et al., 2015, p. 34Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Questi vani sono connessi a un nuovo edificio (TUS76) costruito a sud-ovest della basilica, dotato di una pianta ad “L” e scandito al suo interno da una serie di fondazioni quadrangolari in cementizio. In base ai dati disponibili non si può escludere che l’edificio sia stato realizzato nel corso della fase successiva, contestualmente all’ampliamento della basilica. In generale, i muri perimetrali sono in opera reticolata e il fronte meridionale verso la strada (TUS78) che correva a valle parallela al foro, è caratterizzato da una serie di nicchie (Tortosa et al., 2015, p. 92Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Risalendo verso l’angolo sud-occidentale della piazza, il cd. Edificio A (TUS73) è arricchito da un nuovo pavimento in marmo e affiancato da un ulteriore costruzione, il cd. Edificio B (TUS75). Quest’ultimo, diviso in due ambienti da un muro in opera reticolata, è collegato alla limitrofa basilica tramite un passaggio aperto nel muro di limite occidentale. Il vano settentrionale conservava al momento della scoperta tracce della pavimentazione a mosaico bicromo bianco e nero (Tortosa et al., 2015, pp. 79-80Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Nell’angolo sud-orientale del foro i due muri in opera quadrata e il relativo pavimento (TUS122) sono obliterati da una nuova monumentale costruzione (la cd. Curia / Tempio) dotata di basamento in opera cementizia -probabilmente foderato esternamente da blocchi- sul quale si impostano due setti voltati (TUS79). Recenti indagini realizzate a nord di questa struttura permettono di definirne il limite settentrionale formato da due fondazioni parallele sulle quali si impostavano forse delle scale che dalla piazza permettevano l’accesso all’edificio, posto a una quota più alta e sviluppato al di sopra di una fondazione in cementizio dotata di volta e rivestita probabilmente in blocchi di tufo. Sebbene lo studio dell’edificio sia ancora in corso, la planimetria delineata grazie alle recenti indagini consente di riconoscervi probabilmente un tempio aperto sulla piazza, il cui fronte si attesta in conformità con quello della basilica (TUS39: Tortosa et al., 2015, pp. 108-110Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13. ).

Fase II: metà del I sec. d. C.Tavola Vb

 

Settore orientale

Alla metà circa del I sec. d. C., il teatro (TUS1) diviene oggetto di modifiche che interessano la scaenae frons -forse in questo momento interamente rifatta-, la cavea, la frons pulpiti e l’orchestra. Una significativa riforma coinvolge il sistema di accesso alla galleria perimetrale del teatro, scandita da cunei dotati di pilastri in opera quadrata, aperti verso l’esterno e collegati fra di loro attraverso alcuni gradini. Tale soluzione consentiva di superare il dislivello esistente fra i vari piani pavimentali, progredendo verso il retro della cavea. L’orografia dell’area viene regolarizzata a sud attraverso una scalinata di forma semicircolare (TUS147: interpretata come fontana dal Canina, Dupré et al., 2000, pp. 19-22Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Rodríguez et al., 2021, p. 188Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.), che farebbe parte di un’area pavimentata in grandi lastre di pietra sperone, forse una piazza situata presso la grande cisterna (TUS2: Ribaldi, 2003Ribaldi, R. (2003). “La cisterna del teatro di Tusculum. Nuove ricerche”. Lazio e Sabina, 1, pp. 169-174.) posta sul retro del teatro. Anche la più antica scala (TUS86) assume una nuova funzione fungendo ora da collegamento con i vari cunei del teatro (Tortosa et al., 2015, pp. 143-144, 146Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Nel corso dell’età neroniana, all’esterno del primo cuneo settentrionale del teatro, viene realizzato un pilastro (TUS145), forse posto a marcare l’ingresso monumentale della via tecta o da intendere come base per qualche monumento (Dupré et al., 2002, p. 50Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.).

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Tavola Vb.  Periodo V, Fase II (elaborazione grafca: R. Bianco).

Un edificio di funzione non definibile (TUS13) viene ad addossarsi, forse in questo momento, all’angolo meridionale della cavea del teatro (Fig. 30). La struttura presenta tre diversi rifacimenti per i quali non è possibile fornire una cronologia. In una fase iniziale l’edificio è diviso in due ambienti delimitati da muri in opera reticolata con rinforzi in vittato negli angoli. Successivamente, l’articolazione interna subisce delle modifiche che comportano la costruzione di nuovi muri e la messa in opera di un pavimento a mosaico bianco e nero nell’ambiente principale (Rodríguez et al., 2021, pp. 188-193Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.).

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Figura 30.  Tusculum, Periodo V, Fase II. UT TUS13 (Dupré et al., 2000, fg. 21Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

Settore settentrionale

Interventi di non facile comprensione riguardano il tratto compreso fra l’antica “Fontana arcaica” (TUS88) e le mura di terrazzamento (TUS24). In questo punto, in un momento successivo all’età giulio-claudia viene edificato un muro (TUS35) parallelo alle antiche mura e addossato alla fontana (Aquilué e Quevedo, 2021, p. 50Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.). Il tratto occidentale delle mura di terrazzamento (TUS28) è ugualmente interessato da modifiche, datate genericamente all’età alto-imperiale. Esse prevedono la costruzione di muri in reticolato paralleli fra di loro e ortogonali alla più antica infrastruttura; anche in questo caso sono di incerta funzione (Dupré et al., 2000, pp. 145-147, 151Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

Settore meridionale

L’antico edificio costruito lungo il lato meridionale del foro (TUS39) subisce un importante rifacimento che prevede un notevole ampliamento verso est, raggiungendo ora una lunghezza di circa 51 m. Il nuovo progetto edilizio comporta l’obliterazione delle costruzioni precedenti, poste in questo settore attraverso colmate atte a regolarizzare il piano10Tale modifica comporta l’obliterazione del muro in opera incerta TUS114 e i due pozzi TUS117 e TUS134. In particolare il pozzo TUS117 viene chiuso con una lastra di tufo e coperto dalle lastre pavimentali della basilica. Le colmate contengono materiale eterogeneo proveniente probabilmente dal disfacimento di ulteriori edifici esistenti nell’area ma al momento non localizzati. La qualità dei reperti rinvenuti suggerirebbe la provenienza da un contesto sacro. Tali dati sembrerebbero essere confermati da quelli già individuati nel corso delle campagne precedenti fra cui rivestimenti di colonne e un frammento di voluta di capitello ionico. Cfr. Tortosa et al., 2015, 92, n. 85: TUS-08-S1038-8; cfr. anche Archivio EEHAR: Informe 2008, materiali: TUS08-S-1038; Pizzo et al., c. s. .

La nuova basilica forense è estesa verso est mediante la costruzione di due muri in opera cementizia probabilmente rivestiti in blocchi di tufo, come suggerirebbero le impronte visibili sui due nuclei (Tortosa et al., 2015, pp. 90-91Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

All’interno sono messe in opera le fondazioni in opera cementizia delle colonne, documentate nell’angolo nord-occidentale (dove si conservano ancora in situ due basi), e lungo il lato meridionale (Dupré et al., 2002, pp. 78-84Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, pp. 90-102Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). La distanza fra le basi documentate è di circa 3 m, fatta eccezione per le due centrali del lato meridionale che raggiunge invece i 5 m. In base ai resti individuati è possibile riconoscere una partizione interna in navate di cui quella settentrionale coincidente con il portico che bordava la piazza (TUS25). Recenti indagini condotte in questo edificio hanno permesso definitivamente di associare a questa fase del monumento la pavimentazione in lastre di pietra sperone che precedentemente era stato proposto di relazionare all’edificio più antico su cui si imposta.

Anche l’edificio noto come Curia / Tempio (TUS79) è interessato da modifiche nel corso della prima età imperiale che prevedono la costruzione di muri in opera reticolata e in cementizio che delimitano l’edificio a nord, verso il foro, e ad est (Tortosa et al., 2015, pp. 108-110Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13. ) (Fig. 31).

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Figura 31.  Tusculum, Periodo V, Fase II. UT TUS79 (Tortosa et al., 2015, fg. 88Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.)

Fra questo edificio e il teatro, in via del tutto ipotetica, si colloca un tratto di pavimentazione a mosaico (TUS141, Fig. 32), bordato da una fascia realizzata in opus sectile che definisce probabilmente l’angolo sud-orientale di un ambiente non definibile con precisione (Dupré et al., 2000, pp. 239-340, fig. 178Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

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Figura 32.  Tusculum, Periodo V, Fase II. UT TUS141 (Archivio EEHAR, TUS-FOT-T1717)

Spostandoci a valle del settore meridionale, lo spazio compreso fra la basilica (TUS39) e la cd. Curia / Tempio (TUS79) viene dotato di un condotto per lo scolo delle acque (TUS80) visibile per 5 m circa, coperto a volta e al cui interno era un piccolo canale diretto verso sud in direzione di ulteriori strutture idrauliche per le quali non si dispone di una cronologia puntuale (Tortosa et al., 2015, p. 106Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Fra esse si segnalano i resti di un possibile ninfeo (TUS77) (Fig. 33) in opera reticolata e rivolto verso la strada (TUS78) che, correndo a valle del foro, si riuniva al percorso (TUS56). Lo spazio compreso fra il ninfeo (TUS77) e l’edificio ad “L” (TUS76) (Fig. 34) potrebbe essere stato occupato da un ulteriore ambiente, forse voltato (TUS81: Tortosa et al., 2015, p. 106Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.)11Nel corso delle indagini 2021 condotte sul fronte dell’edificio TUS79, è stata individuata una fossa circolare colma di materiale medievale. L’apprestamento sembra essere realizzato all’interno di preesistenti strutture di età romana in opera cementizia. Le caratteristiche di tali resti, visibili esclusivamente all’interno della sezione della fossa, potrebbero suggerire l’esistenza di una eventuale cisterna, forse collegata al canale TUS80..

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Figura 33.  Tusculum, Periodo V, Fase II. UT TUS77 (Archivio EEHAR, campagna 2005).
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Figura 34.  Tusculum, Periodo V, Fase II. UT TUS76 (Tortosa et al., 2015, fg. 73Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.)

Periodo VI: Fine del I / prima metà del II secolo a. C. - III secolo d. C. Tavola VI

 

Una serie di interventi sporadici si registrano in vari punti del foro in un lasso di tempo che si inquadra fra la fine del I / prima metà del II secolo d. C. e il III secolo d. C. Si tratta di attività di minore entità rispetto alle importanti realizzazioni attuate nel corso del periodo precedente, forse da ricondurre a ragioni di visibilità archeologica.

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Tavola VI.  Periodo VI, Fasi I-II (elaborazione grafca: R. Bianco)

Fase I: fine I sec. d. C. - prima metà del II sec. d. C. / II sec. d. C. Tavola VIa

 

Settore occidentale

L’unico intervento registrato in questo settore del foro riguarda lo spazio pedonale (TUS52) che nel II secolo d. C. (o fine I sec. d. C. - prima metà del II sec. d. C.) viene modificato attraverso la chiusura dell’accesso da sud con un muro del quale è stata individuata la fondazione impostata al di sopra della strada basolata (TUS55: Dupré et al., 2002, p. 101Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.).

Settore settentrionale

Proseguendo lungo il lato settentrionale del foro, entro la prima metà del II sec. d. C. il pozzo (TUS21), posto al centro del settore settentrionale, nei pressi dell’edificio (TUS32) viene obliterato (Dupré et al., 2000, p. 114Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ).

Più a est, in via del tutto ipotetica, si può inserire fra gli edifici che compongono questo settore anche una struttura di limitate dimensioni, interpretata come taberna (TUS124), installata al di sopra del tratto di portico (TUS25) antistante l’edificio cd. degli Edili (TUS82: Dupré et al., 2002, pp. 48, 50Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, p. 142Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Settore orientale

Anche il teatro registra degli interventi mirati, realizzati con murature in opera reticolata o in blocchetti e localizzati principalmente nel settore dell’auleum e nella “sala macchine” che ne garantiva il funzionamento; nella galleria perimetrale vengono inoltre costruiti alcuni muri con funzione probabilmente di rinforzo per la summa cavea (Rodríguez et al., 2021, pp. 195-212, fig. 5.107Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.).

Settore meridionale

Agli inizi del II secolo d. C., infine, si possono datare alcuni interventi presso l’Aedes Mercurii (TUS54) che riguardano principalmente dei restauri apportati alla pavimentazione della cella e a nuove decorazioni parietali. Sulla fronte sono inoltre messi in opera alcuni pilastri, forse per preservare l’integrità della base con dedica a Mercurio. La più antica struttura circolare (TUS61) viene interrata (Tortosa et al., 2015, pp. 40-41Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Fase II: seconda metà II d. C. - inizio III sec. d. C. Tavola VIb

 

Settore meridionale

In un momento successivo agli inizi del II sec. d. C., il settore retrostante l’Aedes Mercurii (TUS54) e accessibile tramite la scala (TUS63) viene ripavimentato in opus spicatum, coperto in seguito da opus signinum (Tortosa et al., 2015, pp. 42-44, p. 46Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Ad est, la comunicazione fra il cd. Edificio B (TUS75) e la basilica (TUS39) viene interrotta mediante la costruzione di un muro in opera vittata che tampona la porta esistente fra i due monumenti (Tortosa et al., 2015, p. 80Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Forse tale attività è legata all’installazione di una struttura absidata (TUS38) (Fig. 35) nella navata occidentale dell’edificio basilicale, in corrispondenza del primo e secondo intercolumnio da nord (Dupré et al., 2000, pp. 229-232Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). La nuova costruzione, in opera reticolata e realizzata al di sopra della pavimentazione in lastre di pietra sperone, era rivolta a nord verso la piazza del foro. L’abside era dotato di due nicchie interne semicircolari ed era probabilmente accessibile da nord, tramite una porta, come indicherebbe un lacerto di muro individuato in corrispondenza dell’angolo nord-est, addossato alla prima colonna della basilica. Le impronte residue nella preparazione consentono di notare la presenza di una pavimentazione in marmo, forse associata a un rivestimento parietale in intonaco bianco.

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Figura 35.  Tusculum, Periodo VI, Fase II. UT TUS38 (fonte Archivio EEHAR, TUS-FOT-T1709).

Successivamente l’edificio venne dotato di nuovi rivestimenti realizzati in marmo sulle pareti e di una pavimentazione in opus sectile. Anche le nicchie sono ampliate e munite di un nuovo muro verso nord. Tale intervento viene datato genericamente all’età alto-imperiale, dato l’impiego di frammenti di anfore per la messa in opera del pavimento. Sembra tuttavia improbabile che l’edificio sia stato realizzato in corrispondenza di una porta aperta verso l’adiacente Edificio B (TUS75), bloccandone parzialmente il passaggio. Appare più ragionevole, dunque, considerare la tamponatura della porta necessaria alla realizzazione dell’apprestamento absidato.

Settore settentrionale

Gli scavi condotti presso il cd. Edificio degli Edili (TUS82), posto nell’angolo nord-orientale della piazza hanno permesso di individuare tracce di abbandono databili fra la fine del II e gli inizi del III sec. d. C. Si tratta di sequenze stratigrafiche che testimoniano il crollo di alcune murature e dei relativi rivestimenti parietali. Poco prima di tale evento, l’edificio venne interessato da interventi di restauro nei muri perimetrali (Tortosa et al., 2015, pp. 141-142, 144Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Agli inizi / metà del III sec. d. C., il canale (TUS125) viene colmato e al di sopra di esso viene realizzato un euripo in opus signinum (Tortosa et al., 2015, p. 144Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Settore orientale

I dati più rilevanti riferibili a questa fase provengono dal teatro. Fra gli ultimi rifacimenti che interessano la cavea si può citare la messa in opera di una fondazione in opera cementizia nel settore centrale (che un bollo permette di datare all’ultimo quarto del II sec. d. C.), traccia forse di una struttura sorta sui resti già spoliati della cavea. Una serie di muri in opera reticolata chiudono lo spazio del primo cuneo settentrionale su tre lati, mentre sul quarto (ad est) viene ristretto il passaggio verso il cuneo successivo. Nello stesso momento il vano viene dotato di una canalizzazione (TUS87) che si dirigeva verso il portico del foro e obliterata nel corso del II sec. d. C. o più probabilmente agli inizi del III sec. d. C. (Dupré et al., 2002, p. 50Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Rodríguez et al., 2021, p. 217Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.). Anche il terzo cuneo settentrionale viene ristretto da ulteriori muri in opera reticolata. In vari punti del teatro sono documentate tracce di abbandono, come nel caso dell’obliterazione di alcuni pozzi dell’hyposcaenium, databili a partire dal III sec. d. C. (Rodríguez et al., 2021, pp. 212-220Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.).

A nord dell’edificio da spettacolo vengono costruite alcune strutture (TUS29), forse di carattere privato, che in parte si addossano ai cunei. Per alcuni di essi è stata proposta una funzione idraulica (Rodríguez et al., 2021, p. 213Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.).

CONCLUSIONI: DALLA PERIODIZZAZIONE ALL’INTERPRETAZIONE DEI DATI

 

Dopo aver esposto diacronicamente l’evoluzione delle varie UT a partire dalle fasi più antiche sino alla monumentalizzazione di età imperiale, si tenterà nelle pagine conclusive una sintesi relativa all’interpretazione storica dei dati analizzati.

Le informazioni disponibili per il periodo più antico sono estremamente frammentarie e concentrate esclusivamente nel versante meridionale e orientale del pianoro, dato imputabile chiaramente anche a ragioni di visibilità archeologica. Il rinvenimento dell’urna di impasto testimonierebbe l’esistenza di un sepolcreto pertinente all’abitato sorto sull’acropoli già a partire dalla fine dell’VIII secolo a. C. (Periodo I, Fase I). La frequentazione dell’area da questo momento potrebbe essere storicamente accettabile, anche se occorre precisare che, ad oggi, non c’è riscontro nella documentazione archeologica di ulteriori elementi che possano ascriversi a un orizzonte così antico e che possano confermare o smentire tale ipotesi.

Fra la metà del VII secolo a. C. e la seconda metà del secolo successivo è possibile cogliere la presenza di un’occupazione stabile dell’area del futuro foro tuscolano, caratterizzata dalla presenza di apprestamenti e strati di frequentazione (Periodo I, Fase II) che appaiono pienamente consolidati nel corso del periodo successivo (Tav. I).

Negli anni compresi fra la fine del VI e l’inizio del V secolo a. C., infatti, l’area viene dotata di costruzioni di portata monumentale: l’imponente piattaforma in blocchi di tufo rosso (ampia circa 32x10 m) il cui lato meridionale regolarizza il forte salto di quota del banco geologico e sul quale si ergevano edifici di natura e funzione non definibile; una serie di infrastrutture idriche composte da pozzi e canalizzazioni che si ramificano all’interno del pianoro e confluiscono verso la cd. Fontana arcaica. Nei pressi di quest’ultima è documentato l’unico tratto di mura che cingeva questo settore della città, che appare configurarsi come un foro (Periodo II, Tav. II)12 Dupré 2003a, p. 164.. Il centro di Tusculum, il cui fulcro è certamente costituito dall’acropoli, sorge infatti in un’area di controllo strategica, forse sin da questo periodo (o già a partire dal periodo precedente), collegata da percorsi stradali che in seguito si congiungeranno con le future via Labicana e Latina.

È in questo periodo che la narrazione storiografica romana ricorda l’espulsione dell’ultimo dei Tarquini che trova rifugio a Tusculum sotto la protezione di Ottavio Mamilio. Agli inizi del V sec. a. C. il territorio tuscolano è nuovamente al centro di eventi fondamentali per la storia di Roma e del Latium vetus in generale con la battaglia del Lago Regillo in 499/496 a. C. (Dion. Hal. 4.45.1; Liv. 1.49.9; Liv. 2.19; Martínez, 2004, pp. 41-44, 72-94Martínez, J. (2004). Tusculum latina. Aproximacion historica a una ciudad del antiguo Lacio (siglos VI-IV a.C.). Roma: CSIC.; Gorostidi, 2020, pp. 48-50Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.; Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 83-85Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.).

Nel corso dell’età medio-repubblicana l’evidenza archeologica acquisisce maggior concretezza e visibilità rispetto ai secoli precedenti. Lo sfondo storico in cui si inseriscono questi dati mostra una città definitivamente inserita nell’orbita romana, divenuta -prima fra tutte le città laziali- municipium optimo iure nel 381 a. C. (Liv. 6.26.8; Gorostidi, 2020, p. 50 con bibliografiaGorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.).

Durante questo periodo denso di accadimenti, troviamo la figura di L. Fulvius Curvus, primo tuscolano ad avere accesso al consolato nel 322 a. C., grazie all’intervento di Q. Fabius Maximus Rullianus (Liv., 8.38; Plin., NH, 7.136; Gorostidi, 2020, p. 50, con bibliografiaGorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.).

Sullo sfondo di tali eventi, le mutate esigenze insediative comportano probabilmente la necessità di ampliare gli spazi edificabili attraverso la costruzione di imponenti murature in opera quadrata funzionali all’ampliamento della superficie edificabile, documentate tuttavia solo a partire dalla metà del III secolo a. C., sia a nord che a sud del pianoro (Periodo III, in particolare Fase II e III; Tav. IIIb-c). È probabilmente in questo momento, in cui i fasti consolari ricordano esponenti della gentes Fulvia e Mamilia, che l’area si dota di nuovi monumenti pubblici (Gorostidi, 2020, pp. 50-51Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.). Sebbene nessun luogo di culto sia stato ad oggi individuato nei pressi del foro, numerosi elementi suggeriscono l’esistenza di una o più aree sacre. Fra essi si può citare ad esempio la notizia ottocentesca del rinvenimento di un deposito votivo, da collocare probabilmente a nord-est del futuro teatro (TUS110, probabilmente nei dintorni del teatro: Gerhard, 1829Gerhard, E. (1829). “III. Avvisi dell’Instituto”. En Bullettino dell’Instituto di Corrispondenza Archeologica, p. 213; Bouma, 1996, p. 103Bouma, J. (1996). Religio votiva: the archaeology of Latial votive religion. The 5th-3rd c. BC votive deposit south west of the main temple at “Satricum” Borgo Le Ferriere. Part III, Corpus of Latial cult places: setting, nature, contents and chronology. Groningen: University of Groningen.; cfr. anche Salcedo, 2016, p. 342Salcedo, F. (2016). Tusculana marmora: escultura clásica en el antiguo Tusculano. Madrid: CSIC. ) o, sempre in questo settore, la colonna votiva per Marte da parte di C. Fourios (Gorostidi, 2020, pp. 153-154, cat. n. 11Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.). Fra le attestazioni epigrafiche di questo periodo si può menzionare, infine, la celebre iscrizione che ricorda l’offerta di una decima ad Ercole: Ḷucius F̣ịc̣ṭọṛị[us] / P(ubli et) M(arci) l(ibertus) Hercoḷei / decuma factạ / dat lubens / merito, datata alla metà del III sec. a. C. (TUS131: la base in pietra sperone si rinvenne all’interno di sequenze stratigrafiche post-classiche indagate all’interno di uno dei cd. Sacelli (TUS51: Dupré et al., 2000, p. 383Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Gorostidi, 2020, pp. 87, 149-151, cat. n. 8, con bibliografiaGorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.) (Fig. 36).

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Figura 36.  Tusculum, Periodo III, Fase II-III. Iscrizione per Ercole (Gorostidi, 2018Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.).

Il rinvenimento di quest’ultima nel settore occidentale del foro, in giacitura secondaria, ha portato a ritenere plausibile la sua provenienza da altri settori della città (come il santuario extraurbano, Gorostidi, 2020, p. 151Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.; cfr. anche: De Stefano e Pizzo, 2020De Stefano, F. e Pizzo, A. (2020). “Nuove osservazioni sul tempio del santuario extraurbano di Tusculum”. Journal of Roman Archaeology, 33, pp. 1047-7594. DOI: https://doi.org/10.1017/s1047759420000926 ). Non si può tuttavia escludere che essa possa essere pertinente ad un edificio di culto presente nei dintorni della piazza. Le recenti indagini (2019-2022) realizzate nel settore centro meridionale del foro hanno portato, infatti, al rinvenimento di scarichi di materiale di chiara natura votiva, fra cui un frammento di vernice nera iscritta che reca il nome del dio, probabilmente proveniente dalla dismissione (e ricostruzione?) di un edificio sacro presente nell’area (Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13. ).

Sempre in questo settore della piazza è documentata in questo periodo la costruzione di alcuni muri e di una fondazione in opera quadrata di tufo che ricadono in corrispondenza del perimetro del futuro edificio basilicale (Tav. IIIc, TUS39, TUS113) e la cui funzione è al momento sconosciuta13Non si può escludere che la successiva basilica si imposti al di sopra di un edificio più antico di identico perimetro. Lo studio dei materiali associati alla costruzione dell’UT TUS113 è ancora in corso, pertanto si demanda ad altra sede l’approfondimento di tali questioni. Cfr. De Stefano, Pizzo c. s..

È interessante soffermarsi su un aspetto fondamentale della città, ossia il circuito delle mura.

Apprendiamo da Livio che Tusculum già nel 377 a. C. era munita di una doppia cerchia di mura: la prima che non resse all’assalto dei Latini; la seconda, inespugnata, a protezione dell’acropoli (Liv. 6.33; cfr. anche Varro, RR, 1.14.4; Dupré, 2003a, p. 165, n. 12Dupré, X. (2003a). “Il foro repubblicano di Tusculum alla luce dei recenti scavi”. Lazio e Sabina, 1, pp. 163-168.). La storiografia romana ricorda, inoltre, che Annibale, durante la sua avanzata verso Roma nel 211 a. C., dopo aver attraversato i territori di Frosinone, Ferentino e Anagni, giunge presso le mura di Tusculum e non accolto in città ripiega verso Gabii (Sil. Ita., Pun. 12.534-535; Liv. 26.9.11).

L’unico dato archeologico che possa essere associato al racconto dello storiografo romano è rappresentato dal tratto di mura individuato a sud-ovest della cd. Fontana arcaica, datato agli inizi del V sec. a. C. e sostituito alla metà del III secolo a. C. da un circuito in opera quadrata (Fig. 11; Periodo II, Tavv. II-IIIa: TUS44; Periodo III, Fase II,Tav. IIIb: TUS24; TUS28). Le nuove costruzioni, tuttavia, sembrano rispondere all’esigenza di guadagnare una maggiore superficie edificabile piuttosto che essere interpretate come mura difensive.

È con la tarda età repubblicana (Tav. IV) che la città inizia un nuovo percorso di monumentalizzazione che trova eco in una occupazione capillare del territorio costellato da ville dell’aristocrazia romana (Valenti, 2003, pp. 56-58Valenti, M. (2003). Ager Tusculanus: (IGM 150 III Ne-II NO). Forma Italiae, 41. Firenze: Olschki.).

Le recenti indagini condotte dalla EEHAR-CSIC nel settore centro-meridionale della piazza hanno consentito di definire il perimetro completo di un edificio (26x18 m ca.), già indagato fra il 1994 e il 2009. Per il monumento, il cd. Edificio ipostilo, era stata proposta una datazione al III sec. a. C., in base ai materiali provenienti dalla fossa di fondazione settentrionale e dalle colmate per la realizzazione del pavimento in pietra sperone, che come più volte ricordato sono da attribuire in realtà alla basilica di età imperiale (Dupré, 2005, part. 70-71Dupré, X. (2005). “La basilica di Tusculum”. In: Lafon, X. y Sauron, G. (Coords.). Théorie et pratique de l’architecture romanine. Aix-en-Provence: Publications de l’Université de Provence, pp. 69-80.; cfr. Periodo V, Fase II: TUS39).

Le nuove indagini (2019-2022) consentono di considerare il monumento come il risultato di un imponente progetto edilizio che fra la seconda metà del II sec. a. C. e gli inizi del secolo successivo interessò questo versante della piazza, prevedendo la realizzazione (o il rifacimento) di quella che può essere considerata a tutti gli effetti la prima basilica del foro (26 × 18 m ca) (Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13. )14Cfr. nota 13..

Anche per questo periodo, ulteriori informazioni provengono dalla documentazione epigrafica. Ad un altro edificio monumentale (sorto verosimilmente nel settore settentrionale della piazza) può essere attribuito, infatti, un architrave monumentale rinvenuto nei pressi della cd. Fontana arcaica. Il frammento architettonico presenta la seguente iscrizione: [---?] P(ublius) C[aelius? --- et --- aid(iles)] / [---?] locavere ẹịḍ[emque probavere ---], datata al II sec. a. C. (probabilmente nella seconda metà; TUS123: Gorostidi, 2020, pp. 197-198, cat. n. 63Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.), testimoniando l’attività dei magistrati della città nelle trasformazioni che interessano la piazza del foro. Fra i personaggi che caratterizzano la storia tuscolana di questo periodo può forse essere associata anche la figura di M. Fulvius Nobilior cui fa riferimento una base di donario con iscrizione giunta a noi in una copia di età augustea (cfr. p. 43, n. 17). Un’altra base, forse pertinente a una statua equestre e rinvenuta in reimpiego presso l’angolo sud-orientale della piazza, ricorda: Cn(aeus) Domitius Cn(aei) f(ilius) / Ahenobarbus, / imperator, ed è datata fra il 129 a. C. e il 122 a. C. Come recentemente osservato, il documento epigrafico rappresenta uno dei primi esempi di monumenti in onore di magistrati romani eretti al di fuori dell’Urbe, forse data la connessione della famiglia con i Dioscuri e la battaglia del Lago Regillo (TUS130: Gorostidi, 2020, pp. 181-182, cat. n. 44Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.).

La conformazione della piazza fra la fine del II e gli inizi del I sec. a. C. appare caratterizzata da edifici disposti lungo il lato nord-orientale, orientale e meridionale.

Ad ovest della basilica, vengono edificati due edifici per i quali è stata proposta una funzione sacra o pubblica ‒la cd. Aedes Mercurii e il cd. Edificio A‒ (TUS54; TUS73; Tortosa et al., 2015, p. 76Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Un altro documento epigrafico, rinvenuto all’interno di sequenze stratigrafiche post-classiche indagate nel limite occidentale della piazza, ricorda [s]acr(a) Tusc(uli) (fine del II sec. a. C. / inizio del I sec. a. C.), ulteriore indizio dell’esistenza di edifici sacri nell’area del foro (TUS132: Gorostidi, 2020, pp. 292-293, cat. n. 228Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.). A una funzione pubblica potrebbe essere ricollegata, inoltre, anche la nuova costruzione realizzata in opera incerta nel lato nord-orientale del pianoro, interpretata come sede di un collegio (degli edili lustrali?) (TUS82: Tortosa et al., 2015, pp. 155-156Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Gorostidi, 2020, p. 214, cat. n. 81Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.). La piazza e gli edifici limitrofi dovevano essere separati da una pavimentazione in lastre di peperino lambita da una canaletta per lo scolo delle acque e pozzetti. Alcuni di questi furono obliterati già nel corso del I sec. a. C. probabilmente in virtù della realizzazione di un nuovo sistema di smaltimento delle acque (cfr. infra) (Tortosa et al., 2015, pp. 142-143Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.).

Il Liber Coloniarum ricorda Tusculum come una città cinta da mura, il cui ager venne assegnato a coloni Syllana mensura (Lib. Colon. 1.10). Ciò ha portato a ritenere che nel corso della guerra civile il centro abbia parteggiato per Mario, subendo così l’intervento sillano. Tale evento funge probabilmente da sfondo per una nuova fervida attività edilizia15Per le precedenti ricostruzioni del foro in questo periodo e l’ipotesi che M. Tullio Cicerone possa essere implicato nella costruzione della basilica tuscolana: Dupré 2005, 73-75.. Nel corso del I secolo a. C., infatti, il foro assume una struttura più organica in seguito alla ristrutturazione quasi integrale di questo spazio. Appare maggiormente marcata la distinzione tra l’area destinata alla piazza e quella per gli edifici limitrofi, visibile nei tratti conservati della canaletta e dell’area lastricata lambita ora da un portico. L’attività di monumentalizzazione si concretizza con l’erezione del monumento più iconico di questo settore della citta: il teatro, forse dotato in questo periodo di una scaenae frons lignea.

L’area della cd. Fontana arcaica è interessata da un importante progetto edilizio, realizzato fra l’80 e il 70 a. C., che prevede la costruzione di un muro di terrazzamento su cui si addossa la cd. Fontana degli Edili. Tali modifiche sono rapportate agli ulteriori interventi in cementizio e opera reticolata individuati sul fronte della fontana di età arcaica, probabilmente funzionali all’approvvigionamento e drenaggio idrico della zona (Aquilué e Quevedo, 2021, pp. 111, 114Aquilué, X. e Quevedo, A. (2021). Tusculum VI. La fuente arcaica de Tusculum: intervenciones arqueológicas de los años 1996-2000. Madrid: CSIC.). Anche il settore occidentale è probabilmente dotato di edifici, forse da interpretare come tabernae aperte sulla piazza del foro (TUS41-TUS42, TUS49-TUS52). La fine dell’età repubblicana è costellata da figure politiche locali, note dalle fonti epigrafiche e dalla testimonianza di Cicerone (come ad es. Cic., Cael. 5; Cic., Manil., 58; cfr. Gorostidi, 2020, pp. 50-52 con bibliografia, in part. 93, 98, 108Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.), fra le quali spiccano gli Acilii, i Gabinii, i Caelii Rufii. A L. Servius Rufus, senatore oriundo di Tusculum, si deve, ad esempio, una serie di aurei del 41 a. C. nei quali erano rappresentati sul recto i Dioscuri e sul verso le mura sulla cui porta principale campeggia il nome della città16Di poco anteriore (44 a. C.) è una testa maschile identificata con Giulio Cesare rinvenuta nel corso degli scavi ottocenteschi di L. Bonaparte. Salcedo, 2016, cat. n. 148..

Il processo di rinnovamento intrapreso nel corso del I secolo a. C., prosegue con gli inizi dell’età augustea o giulio-claudia in generale (Fig. 37; Tav. Va). Le maggiori trasformazioni riguardano ad esempio la piazza, ora dotata di una nuova pavimentazione, i percorsi stradali e il settore meridionale.

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Figura 37.  Tusculum. Planimetria ricostruttiva del foro di età imperiale (elaborazione grafca B. Casieri).

A sud-ovest della basilica, ancora di limitate dimensioni, forse già a partire da questo momento, viene costruito un nuovo edificio che incornicia il precedente e costituisce un fronte scenico dotato di nicchie lungo il diverticolo che a sud corre parallelo al settore centrale. Ad est, è edificato (o riedificato) un edificio sacro, noto in precedenza come “Curia / Tempio”, articolato su un imponente basamento in opera cementizia al di sopra del quale era un corpo centrale voltato, su cui poteva svilupparsi la cella. È possibile immaginare l’esistenza di ulteriori costruzioni frapposte fra la basilica e il nuovo edificio e fra quest’ultimo e il teatro, di natura imprecisabile.

Anche il cd. Edificio degli Edili, nell’angolo nord-occidentale della piazza, è oggetto di restauri che ne modificano l’articolazione interna. Al settore orientale è stato proposto di associare la grande iscrizione opistografa che menziona gli edili quinquennali C. Caninius Rebilus e C. Caelius Rufus, ricordando la presenza di balnea, di un lacus, di un emissarium, di un gradus e di un’area, rinvenuta nel XIX secolo in un punto imprecisato fra la piazza e il teatro (TUS127: CIL XIV, 2623; Tortosa et al., 2015, p. 149Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; per l’associazione dell’iscrizione alla scala (TUS147): cfr. Gorostidi 2020, 121-131; 203-208Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.).

Questo settore poteva ospitare inoltre un’area all’interno della quale erano esposti sette piedistalli di tufo coi nomi di personaggi mitici della città Telegonus, Telemachos, Orestes, Pylades e Diphilos ‒tutte datate fra il 30 a. C. e il 30 d. C.‒ (Gorostidi, 2020, pp. 237-240, cat. n. 106-110Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.) e dei consoli Q(uintus) Caecilius / Metellus ‒prima metà del I sec. a. C.‒ (Gorostidi, 2020, pp. 175-176, cat. n. 40Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.) e M. Fulvius (Nobilior), di età augustea17TUS157: ritenuta essere una copia di epoca augustea di un’iscrizione più antica che trova confronto con un altro donario posto da Nobiliore nel templum Herculis Musarum di Roma. Gorostidi 2020, 182-184, n. 45. Cronologia: 27-14 d. C. (EDR161514 del 18-11-2020, G. Naccarato). Cfr. anche Salcedo 2016, 88-92.. A questo corpus è stata associata inoltre la più antica base che menziona Cn. Domizio Enobarbo ‒128/122 a. C.‒ e quella che ricorda Brixus Ammonius preimus flamen Dialis Tusculei ‒metà del I sec. a. C.‒ (Gorostidi, 2020, pp. 211-212, cat. n. 78Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.). La vitalità dell’area monumentale è testimoniata inoltre da numerose iscrizioni, reperti statuari ed elementi architettonici in marmo rinvenuti a partire dal XIX secolo18Come ad esempio: Gorostidi 2020, 143-144, nn. 1-2; 151-152, n. 9 (CIL XIV, 2579); 159-160, n. 18 (CIL XIV, 2592); 160, n. 19 (CIL XIV, 2591); 162-163, n. 22; 163-164, n. 24; 169-170, n. 34; 187, n. 50; 188, n. 52 (CIL XIV, 2753), Salcedo 2016, cat. n. 158; 220, n. 87. Altre statue di personaggi togati potevano decorare la piazza del foro in età augustea, cfr. ad esempio: Salcedo 2016, cat. n. 153; n. 157, 174, 175, 179, 180, 182, 211, 212, 220, 221., fra cui la statua muliebre con iscrizione: Rutilia L(uci) f(ilia), mater datata all’età augustea (Dupré et al., 2000, pp. 143-144Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ; Dupré et al., 2002, pp. 101-102, 159-165Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Gorostidi, 2020, pp. 220-221, n. 88, 222, n. 91, con bibliografiaGorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.; cfr. anche Salcedo, 2016, p. 342 e cat. nn. 217, 218, 219, 220Salcedo, F. (2016). Tusculana marmora: escultura clásica en el antiguo Tusculano. Madrid: CSIC. ) o le due iscrizioni gemelle rinvenute rispettivamente nel corso degli gli scavi condotti da Luciano Bonaparte (1806) e delle più recenti indagini dell’EEHAR-CSIC. Entrambe recano il medesimo testo che fa riferimento al triumviro monetale del 46 a. C., Manius Cordius Rufus, forse onorato con uno o più monumenti nel foro agli inizi del I sec. d. C. (Gorostidi 2020, 178-179, n. 42Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.; Gorostidi 2020, 179-181, n. 43Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.).

Alla metà del I secolo d. C. circa, il processo avviato nel secolo precedente trova compimento. Il risultato di questo fervore edilizio è chiaramente leggibile nei settori orientale e meridionale della piazza. Il teatro è ora dotato di un nuovo sistema di accessi attraverso i cunei radiali collegati gli uni agli altri in senso circolare, i quali consentono di raggiungere la summa cavea dal piano della piazza.

Lungo il versante meridionale si allineano, invece, un tempio (la cd. Curia / Tempio) e la basilica entrambe rinnovate per dimensioni. La basilica assume finalmente la sua forma più monumentale (42x18 m ca). Tutti gli edifici esistenti in questo settore vengono obliterati con una serie di colmate al di sopra delle quali viene realizzata la pavimentazione in pietra sperone (Tav. Vb).

Come descritto nelle pagine precedenti (Periodo VI, Fase I e II), i dati disponibili per il periodo compreso fra la fine del I / prima metà del II secolo d. C. e gli inizi del III secolo d. C. sono decisamente esigui, in particolare se confrontati con gli importanti interventi realizzati nei periodi immediatamente precedenti (Tav. VI). Tali lacune possono forse essere colmate attraverso la documentazione epigrafica, che denota una certa vitalità del municipio tuscolano concretizzata principalmente in basi e dediche (spesso, tuttavia, di provenienza incerta o in giacitura secondaria) per imperatori, membri della famiglia imperiale o frammenti di titolature imperiali (Gorostidi, 2020, pp. 164-165, cat. n. 25; pp. 168-169, cat. n. 32; p. 169, cat. n. 33; pp. 187-188, cat. n. 51Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.; Salcedo, 2016, cat. n. 195Salcedo, F. (2016). Tusculana marmora: escultura clásica en el antiguo Tusculano. Madrid: CSIC. ).

Certamente il più celebre ritrovamento relativo a questo periodo è la fistula in piombo -ritrovata fra la cd. Fontana arcaica e la Fontana degli Edili- che ricorda impressa l’iscrizione Rei pub(licae) Tusculanorum, datata alla seconda metà del II sec. d. C., il cui rinvenimento nel XIX secolo consentì di dipanare definitivamente la questione relativa al posizionamento della città (Gorostidi, 2020, p. 283, cat. n. 206Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.). In generale, per quanto all’interno dell’area monumentale non si registrino interventi di significativa entità, il quadro più ampio della città e del suo territorio mostra la presenza di interventi ascrivibili a questo periodo, come nel caso delle terme cd. adrianee o dell’anfiteatro.

Una così abbondante presenza di laterizi prodotti dalle officine attive nei primi decenni del II secolo d. C. e la loro distribuzione capillare sul territorio lasciano intuire dinamiche sistematiche di commissione e approvvigionamento dei materiali e rafforzano l’ipotesi che la città sia stata oggetto di sostanziali e diffusi interventi in età adrianea, quando la politica edilizia dell’imperatore andava disegnando una nuova idea di principato, tanto vincolata alle origini tradizionali di Roma, quanto incline ad autorappresentarsi con ostentato filellenismo. Interventi che non terminano con Adriano, ma proseguono sotto gli Antonini e i Severi, la cui attività in città è testimoniata per via epigrafica. Finora a Tusculum non si aveva piena contezza delle fasi adrianee; tenendo conto della scoperta delle terme nella zona occidentale del foro, e ricalcolando l’impatto dei laterizi bollati, il cui corpus viene aggiornato nel presente contributo, si apre un nuovo scenario sugli interventi edilizi in città nel II secolo d. C., quando la sua fisionomia doveva già essere completa e strutturata. Da queste osservazioni preliminari prendono corpo le prime conferme a quella che in passato era poco più che una suggestione, ma sorgono altresì una serie di domande sul rapporto tra Adriano e Tusculum, alle quali si potrà rispondere soltanto proseguendo gli scavi archeologici e operando una equilibrata sintesi storica, che trovi conferma nei dati materiali (Mandatori e Pizzo, c. s.Mandatori, G. e Pizzo, A. (c. s.). “Dai bolli all’architettura: riflessioni sull’attività edilizia tuscolana a partire dal dato epigrafico”. Lazio e Sabina, 13.).

Le più tarde evidenze disponibili per l’area del foro si inquadrano nel corso del III secolo d. C. Si tratta di scarsi strati di occupazione e di limitate modifiche agli edifici, in alcuni casi interpretate come testimonianza dell’abbandono di questo settore della città (Dupré et al., 2002, pp. 48, 50Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Rodríguez, 2021, pp. 212-220, 450Rodríguez, O., Remolà, J. A., Sánchez, J. e Gorostidi, D. (2021). Tusculum IV. El teatro. Madrid: CSIC.; Tortosa et al., 2015, p. 142Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Vi sono invece dati provenienti dalla statuaria e dalla documentazione epigrafica che consentono di notare ancora una certa vitalità in questo periodo. A un monumento pubblico sorto a memoria della vittoria partica di Settimio Severo (194 d. C.) potrebbe, infatti, riferirsi una base in onore della Vittoria rinvenuta durante gli scavi di L. Bonaparte19 Gorostidi, 2020, pp. 158-159, cat. n. 17; contra per la cronologia EDR160823, del 15-11-2020, G. Di Giacomo, 1/100 d. C. Al III secolo d. C. si data, inoltre, un ritratto maschile anonimo rinvenuto nell’area compresa fra il teatro e il foro di Tusculum nel corso degli scavi promossi da L. Bonaparte: cfr. Salcedo, 2016, cat. n. 199. .

I dati esposti, come più volte ricordato, sono il risultato della sistematizzazione di tutte le informazioni sinora disponibili sul contesto in esame. Per la prima volta nella tradizione di studi tuscolani siamo in grado di presentare un racconto per fasi dell’occupazione dell’area monumentale che sintetizza il lavoro di quasi tre decenni. Questo riesame della documentazione è stato effettuato dal 2018 ad oggi attraverso l’analisi della lunga tradizione di studi e di ricerche nell’area del foro, con una riorganizzazione dell’Archivio Tusculum, una nuova lettura dei dati basata su materiale edito e su nuove interpretazioni dei dati legati alle ricerche degli ultimi cinque anni. Crediamo che questa sintesi sia necessaria non solo dal punto di vista del racconto storico, ma soprattutto dal punto di vista grafico verso cui abbiamo orientato i nostri sforzi maggiori, creando una serie di piante di periodo e di fase e una nuova pianta generale dell’area monumentale che saranno fondamentali per il proseguimento dei lavori di ricerca. Il riesame della documentazione ha consentito di tentare una sintesi sincronica e diacronica di questo settore della città che solo la prosecuzione delle indagini potrà confermare e meglio puntualizzare.

NOTAS

 
*

Le ricerche sono condotte dall’EEHAR-CSIC in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti e con il supporto dell’XI Comunità Montana del Lazio “Castelli Romani e Prenestini” che nel 1984 diviene ente proprietario di buona parte dei terreni su cui sorge la città antica. Lo studio presentato in questa sede è frutto di un accordo di collaborazione fra l’EEHAR- CSIC e il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Sapienza di Roma nell’ambito del Progetto “Lazio Antico”. Alla base di tale intesa è l’esigenza di condurre una revisione generale della documentazione disponibile per il contesto in esame (fra cui: archivi fotografici, disegni e relazioni di scavo inedite) e relative alle indagini condotte a partire dal 1994 dall’EEHAR-CSIC. Le campagne di scavo sono state finanziate dal Programma de Proyectos de Arqueología en el Exterior del CSIC en los años 2019-2020-2021-2022.

1

La ricostruzione del foro tuscolano proposta dal Canina rimase fissata nell’immaginario collettivo fino alla ripresa delle ricerche in questo punto della città da parte dell’EEHAR-CSIC. Fra le piante che restituiscono i risultati delle indagini di questo periodo si possono citare inoltre quelle realizzate dal Rossini (Rossini, 1824-1826, tav. 73Rossini, L. (1824-1826). Le antichità dei contorni di Roma ossia le più famose città del Lazio: Tivoli, Albano, Castelgandolfo, Palestrina, Tusculo, Cora-Ferentini / raccolte, descritte, disegnate ed incise da Luigi Rossini. Roma: s.n.) e di Angelini - Fea (Angelini e Fea, 1828, tav. VIIIAngelini, G. e Fea, C. (1828). I monumenti più insigni del Lazio distribuiti in vie delineati ed incisi da Giovanni Angelini ed Antonio Fea, e da questo illustrati con osservazioni antiquarie e dichiarati. Roma: Società tipografica.). In anni recenti, il corpus delle planimetrie ottocentesche della città è stato ampliato grazie all’acquisto dal mercato antiquario di una nuova carta archeologica relativa agli scavi condotti da L. Bonaparte (Valenti, 2018Valenti, M. (2018). “Una inedita carta archeologica di Tusculum e gli scavi promossi da Luciano Bonaparte, tra antiquari, architetti e vedutisti”. Rationes Rerum. Rivista di filologia e storia, 12, pp. 135-202.). Cfr. anche: Pasqualini, 1992Pasqualini, A. (1992). “Gli scavi di Luciano Bonaparte alla Rufinella e la scoperta dell’antica Tusculum”. Xenia. Antiqua, 1, pp. 162-182.; Dupré, 2003bDupré, X. (2003b). “Il settecento a Tusculum: una città da ritrovare”. In: Beltran, J., Cacciotti, B., Dupré, X. y Palma, B. (Coords.). Illuminismo e Illustración. Le antichità e le loro protagonisti in Spagna e in Italia nel XVIII secolo (Roma, 30 / XI-2 / XII / 2001). Roma: L’Erma di Bretschneider, pp. 144-155.; Castillo, 2005Castillo, E. (2005). Tusculum I. Humanistas, anticuarios y arqueólogos tras los pasos de Cicerón. Roma: L’Erma di Bretschneider..

2

Dalle colmate per la realizzazione della struttura proviene una fuseruola con iscrizione graffita datata alla seconda metà del VI sec. a. C. e un frammento di kylix a occhioni. Dupré, 2012, pp. 794-800Dupré, X. (2012). “Preesistenze arcaiche nel foro di Tusculum”. In: Beltrán, F., Rafel, N. y Tarrats, F. (Coords.). X. Dupré. Opera selecta. Zaragoza: Els editors.; Tortosa et al., 2015, pp. 62-66Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; Gorostidi, 2020, pp. 289-290, cat. n. 222Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC..

3

Dimensioni massime al momento delle indagini: 10.49x9.45 m. Il limite meridionale è dato da un muro profondo ca. 6 m composto da 14 filari di blocchi disposti in modo alternato, ai primi due dei quali venne attribuita la funzione di fondazione. Occorre precisare, tuttavia, che le difficili condizioni di scavo non consentirono di indagare ulteriormente tale settore. Pertanto non è possibile definire la quota raggiunta dal paramento meridionale.

4

Il limite orientale non è precisabile puntualmente perché intercettato dal muro di limite occidentale di TUS39 (cfr. Periodo IV, Fase I). In un momento successivo, compreso nell’ambito di questa fase ma non inquadrabile puntualmente, venne realizzato un intervento di restauro alla struttura TUS68 che comportò dei rifacimenti del limite occidentale e meridionale con l’impiego di quattro filari di blocchi di pietra sperone. Cfr. Tortosa et al., 2015, p. 67Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC..

5

Si tratta di materiali residui presenti in strati di epoca successiva. Va comunque precisato che numerosi elementi architettonici definiti “di fase I” provengono anche dagli strati di regolarizzazione di questo settore finalizzati alla messa in opera della struttura in questione. Dupré 2003a, p. 164De Stefano, F. e Pizzo, A. (c. s.). Materiali architettonici in stucco dalla più antica basilica di Tusculum.; F. Salcedo associa a questo edificio un frammento di rilievo in tufo con testa di felino (TUS-98-P135-337, cfr.: Dupré et al., 2000, fig. 272Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. ). Salcedo, 2009, p. 271Salcedo, F. (2009). “El Foro de Tusculum y sus esculturas”. Lazio e Sabina, 5, pp. 269-282..

6

Una nuova battuta topografica realizzata nel mese di giugno 2023 ha consentito di verificare le quote assolute di questo pavimento cementizio a base fittile (627,22/627,15 m s. l. m.) inquadrabile stilisticamente fra il IV / III sec. a. C. e la tarda età repubblicana. Esso è realizzato a una quota più alta (0,37/0,78 m) rispetto alla fondazione sud-occidentale della futura basilica (TUS39), che secondo gli editori delle indagini avrebbe tagliato la pavimentazione. Risulta tuttavia improbabile che la messa in opera della fondazione (della quale sono documentati esclusivamente i primi due filari superiori) non abbia comportato la distruzione completa del pavimento. Appare più ragionevole ipotizzarne la messa in opera in un momento successivo

7

Cfr. infra: TUS39. Lo studio di tali strutture è ancora in corso e pertanto si rimanda ad altra sede l’approfondimento di queste Unità Topografiche (cfr. Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13. ; De Stefano e Pizzo, c. s.De Stefano, F. e Pizzo, A. (c. s.). Materiali architettonici in stucco dalla più antica basilica di Tusculum.).

8

Settore occidentale: Dupré et al., 2000, pp. 139, 262-263, 390Dupré, X., Ribaldi, R., Aquilué, J. e Pagnotta, W. (2000). Scavi archeologici di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne 1994-1999. Roma: CSIC. . Settore settentrionale: Dupré et al., 2002, p. 50Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.; Tortosa et al., 2015, p. 154Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.. L’anteriorità della pavimentazione e del canale di scolo delle acque viene confermata dalla cronologia degli strati che obliterano uno dei pozzi di decantazione posto nell’angolo nord-orientale della piazza, datati all’inizio del I sec. a. C. (cfr. Tortosa et al., 2015, pp. 142-143Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.). Settore meridionale: Dupré et al., 2002, pp. 79-82Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC.. La cronologia degli strati sui quali vengono messe in opera il pavimento in peperino, la canalizzazione e una fistula in terracotta si inquadra fra la metà e l’ultimo terzo del II secolo a. C. Cfr.: Dupré et al., 2002, pp. 80-82Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC. e le nn. 85, 92. La fistula trova confronto con un’altra conduttura (TUS48) individuata presso la cd. Fontana degli Edili e datata alla metà del I sec. d. C., cfr.: Dupré et al., 2002, p. 80, n. 87Dupré, X., Gutiérrez, S., Núñez, J., Ruiz, E. e Santos, J. A. (2002). Excavaciones arqueologicas en Tusculum. Informe de las campagnas de 2000 y 2001. Roma: CSIC..

9

È interessante osservare che in questo punto sono documentate quattro basi di colonne, le prime due si sovrappongono al tratto di canaletta, le seconde sono di poco più arretrate. Tale divergenza di allineamento potrebbe essere giustificato da due motivi differenti: 1) si tratta di resti non contemporanei; 2) la seconda coppia di colonne potrebbe aver avuto la funzione di sottolineare l’accesso in questo punto, più prossimo al teatro.

10

Tale modifica comporta l’obliterazione del muro in opera incerta TUS114 e i due pozzi TUS117 e TUS134. In particolare il pozzo TUS117 viene chiuso con una lastra di tufo e coperto dalle lastre pavimentali della basilica. Le colmate contengono materiale eterogeneo proveniente probabilmente dal disfacimento di ulteriori edifici esistenti nell’area ma al momento non localizzati. La qualità dei reperti rinvenuti suggerirebbe la provenienza da un contesto sacro. Tali dati sembrerebbero essere confermati da quelli già individuati nel corso delle campagne precedenti fra cui rivestimenti di colonne e un frammento di voluta di capitello ionico. Cfr. Tortosa et al., 2015, 92, n. 85: TUS-08-S1038-8Tortosa, T., Núñez, J., Ruiz, E., Remolà, J. A., Rodríguez, O., Sánchez, J., Beolchini, V. e Gorostidi, D. (2015). Actuaciones arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación social. Madrid: CSIC.; cfr. anche Archivio EEHAR: Informe 2008, materiali: TUS08-S-1038; Pizzo et al., c. s.Pizzo, A., Barahona, M., Beolchini, V., Bianco, R., De Stefano, F., Mandatori, G., Russo, J. e Tallura, V. (c. s.). “Nuovi dati archeologici dal foro di Tusculum (Monte Porzio Catone, Rm). I risultati delle campagne di scavo 2019-2022”. Lazio e Sabina, 13.

11

Nel corso delle indagini 2021 condotte sul fronte dell’edificio TUS79, è stata individuata una fossa circolare colma di materiale medievale. L’apprestamento sembra essere realizzato all’interno di preesistenti strutture di età romana in opera cementizia. Le caratteristiche di tali resti, visibili esclusivamente all’interno della sezione della fossa, potrebbero suggerire l’esistenza di una eventuale cisterna, forse collegata al canale TUS80.

12

Dupré 2003a, p. 164Dupré, X. (2003a). “Il foro repubblicano di Tusculum alla luce dei recenti scavi”. Lazio e Sabina, 1, pp. 163-168..

13

Non si può escludere che la successiva basilica si imposti al di sopra di un edificio più antico di identico perimetro. Lo studio dei materiali associati alla costruzione dell’UT TUS113 è ancora in corso, pertanto si demanda ad altra sede l’approfondimento di tali questioni. Cfr. De Stefano, Pizzo c. s.

14

Cfr. nota 13.

15

Per le precedenti ricostruzioni del foro in questo periodo e l’ipotesi che M. Tullio Cicerone possa essere implicato nella costruzione della basilica tuscolana: Dupré 2005, 73-75Dupré, X. (2005). “La basilica di Tusculum”. In: Lafon, X. y Sauron, G. (Coords.). Théorie et pratique de l’architecture romanine. Aix-en-Provence: Publications de l’Université de Provence, pp. 69-80..

16

Di poco anteriore (44 a. C.) è una testa maschile identificata con Giulio Cesare rinvenuta nel corso degli scavi ottocenteschi di L. Bonaparte. Salcedo, 2016, cat. n. 148Salcedo, F. (2016). Tusculana marmora: escultura clásica en el antiguo Tusculano. Madrid: CSIC. .

17

TUS157: ritenuta essere una copia di epoca augustea di un’iscrizione più antica che trova confronto con un altro donario posto da Nobiliore nel templum Herculis Musarum di Roma. Gorostidi 2020, 182-184, n. 45Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.. Cronologia: 27-14 d. C. (EDR161514 del 18-11-2020, G. Naccarato). Cfr. anche Salcedo 2016, 88-92Salcedo, F. (2016). Tusculana marmora: escultura clásica en el antiguo Tusculano. Madrid: CSIC. .

18

Come ad esempio: Gorostidi 2020, 143-144, nn. 1-2; 151-152, n. 9 (CIL XIV, 2579); 159-160, n. 18 (CIL XIV, 2592); 160, n. 19 (CIL XIV, 2591); 162-163, n. 22; 163-164, n. 24; 169-170, n. 34; 187, n. 50; 188, n. 52 (CIL XIV, 2753)Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC., Salcedo 2016, cat. n. 158; 220, n. 87Salcedo, F. (2016). Tusculana marmora: escultura clásica en el antiguo Tusculano. Madrid: CSIC. . Altre statue di personaggi togati potevano decorare la piazza del foro in età augustea, cfr. ad esempio: Salcedo 2016, cat. n. 153; n. 157, 174, 175, 179, 180, 182, 211, 212, 220, 221Salcedo, F. (2016). Tusculana marmora: escultura clásica en el antiguo Tusculano. Madrid: CSIC. .

19

Gorostidi, 2020, pp. 158-159, cat. n. 17Gorostidi, D. (2020). Tusculum V. Las inscripciones latinas de procedencia urbana. Madrid: CSIC.; contra per la cronologia EDR160823, del 15-11-2020, G. Di Giacomo, 1/100 d. C. Al III secolo d. C. si data, inoltre, un ritratto maschile anonimo rinvenuto nell’area compresa fra il teatro e il foro di Tusculum nel corso degli scavi promossi da L. Bonaparte: cfr. Salcedo, 2016, cat. n. 199Salcedo, F. (2016). Tusculana marmora: escultura clásica en el antiguo Tusculano. Madrid: CSIC. .

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